Riscatto pagato ai terroristi: è vietato da una convenzione ratificata dall’Italia

Roma, 13 mag – “Il pagamento a un’organizzazione terroristica è esplicitamente vietato dall’articolo 2 della Convenzione di New York sottoscritta e ratificata dal nostro Paese”. E’ quanto affermato a Il Giornale da Umberto Saccone, ex ufficiale dei carabinieri con una lunga esperienza nel Sismi e poi come direttore della Security di Eni. Saccone, avendo trascorso ben 25 anni nell’ex servizio segreto italiano con competenza sulla sicurezza internazionale, non è certo uno sprovveduto e conosce bene le logiche che alimentano il modus operandi di certi terroristi. Dunque la sua opinione sui soldi versati per liberare Silvia Romano non è propriamente trascurabile.

Ecco, a riguardo Saccone non le ha mandate a dire al governo. “Sulla questione riscatto sono effettivamente sorpreso…”. Perplessità dettata dalle conseguenze, in particolare la “minaccia per il personale delle nostre aziende presenti in contesti critici”. Perché “presupporre che lo Stato paghi significa mettere a rischio chi lavora in aree difficili e senza sufficiente tutela”. A tal proposito Saccone fa notare che esistono appunto convenzioni ratificate dall’Italia che “vietano il pagamento di riscatti a organizzazioni terroristiche proprio perché mettono a rischio la sicurezza di tutta la comunità internazionale”. La più importante di queste, da lui esplicitamente citata, è quella di New York.

Ecco cosa dice la convenzione di New York

E’ importante esserne a conoscenza perché nelle ultime ore in molti fanno notare che non esistono leggi atte a impedire il pagamento dei riscatti da parte dello Stato italiano. A ben vedere le cose non stanno proprio così, perché come noto la mera approvazione di una convenzione di per sé non è vincolante per uno Stato. Lo è invece, sostanzialmente, la ratifica di essa. Il diritto internazionale su questo è chiaro e nella fattispecie l’Italia ha ratificato la “Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo” il 27 marzo 2003. Convenzione Onu che è poi entrata in vigore in Italia il 26 aprile 2003. Si tratta appunto della convenzione, conclusasi a New York il 9 dicembre 1999, citata da Saccone. Quindi da ben 17 anni l’Italia ha recepito un accordo internazionale legalmente vincolante.

All’art. 2 di questo accordo si legge: “Commette reato ai sensi della presente Convenzione ogni persona che, con qualsiasi mezzo, direttamente o indirettamente, illecitamente e deliberatamente fornisce o raccoglie fondi nell’intento di vederli utilizzati, o sapendo che saranno utilizzati, in tutto o in parte, al fine di commettere: ogni altro atto destinato ad uccidere o a ferire gravemente un civile o ogni altra persona che non partecipa direttamente alle ostilità in una situazione di conflitto armato quando, per sua natura o contesto, tale atto sia finalizzato ad intimidire una popolazione o a costringere un governo o un’organizzazione internazionale a compiere o ad astenersi dal compiere, un atto qualsiasi”. In parole povere l’Italia ha ratificato una convenzione delle Nazioni Unite che vieta finanziamenti a gruppi terroristici, perché in quanto tali con quei fondi potrebbero commettere violenze, atti illeciti o attentati.

Eugenio Palazzini

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