Sgarbi bastona la Romano: “Arrestatela per concorso in terrorismo”

Roma, 11 mag – Non le ha mandate di certo a dire Vittorio Sgarbi intervenendo con un post su Facebook sul caso Silvia Romano. Il critico d’arte non ha avuto parole di velluto nei confronti della cooperante milanese, sequestrata in Kenya da un commando di terroristi islamici e liberata l’altro ieri previo versamento di riscatto milionario da parte dello Stato italiano. Soprattutto riguardo alla conversione della Romano – che ora si vuol far chiamare «Aisha», come la più importante sposa di Maometto – all’Islam, una conversione che lei dichiara essere stata spontanea e priva di costrizioni, e sulla quale si sta animatamente dibattendo.

«Se mafia e terrorismo sono analoghi, e rappresentano la guerra allo Stato, e se Silvia Romano è radicalmente convertita all’Islam, va arrestata (in Italia è comunque agli arresti domiciliari) per concorso esterno in associazione terroristica. O si pente o è complice dei terroristi», ha attaccato il deputato. Insomma, Sgarbi accusa, nemmeno troppo velatamente, la cooperante – la quale avrebbe già manifestato la sua volontà di fare ritorno nelle terre che videro il suo rapimento – di collaborazionismo: di aver cooperato sì, ma con i suoi sequestratori.

Certo, Sgarbi ricorre ad un iperbole particolarmente accentuata, ma esprime comunque un dato di fatto su cui molti commentatori si stanno interrogando: il pagamento della cifra non consta solo del «quanto», ma soprattutto dell’«a chi». Perché – sembra lasciare intendere Sgarbi – a giudicare dalla narrazione quasi gioiosa della Romano, sembra quasi essercisi dimenticati che quei fondi sarebbero andati a finanziare le attività di uno dei gruppi più sanguinari del terrorismo africano. L’attacco vero che soggiace nelle dichiarazioni del critico è quello contro il masochismo culturale della Romano – che alcuni hanno frettolosamente nascosto e giustificato sotto la definizione di «sindrome di Stoccolma» – e che porta inevitabilmente ad una continuità tra le azioni dei gruppi terroristici e quelle di chi consapevolmente o inconsapevolmente ha fatto avere loro milioni di euro.

Cristina Gauri

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