Le altre vittime del coronavirus. A Napoli imprenditore si suicida impiccandosi

Napoli, 6 mag – I costi sociali ed economici del coronavirus iniziano a mietere vittime. Si è suicidato impiccandosi nei capannoni della sua azienda, alla periferia est di Napoli, un piccolo imprenditore di 57 anni «oppresso dalle conseguenze della crisi economica legata al coronavirus». Lo riferiscono parenti e amici del defunto. L’uomo ieri sera non aveva fatto ritorno alla propria abitazione: i familiari avevano dato l’allarme avvertendo le forze dell’ordine, che oggi ne hanno scoperto il cadavere. Sembra che l’imprenditore abbia lasciato anche una lettera d’addio.

L’uomo era provato dallo stress dovuto alla crisi economica innescata dal lockdown messo in atto dal governo per contenere l’epidemia di Covid-19. «Non conosciamo ancora i dettagli di questa vicenda – ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ai rappresentanti di commercianti e esercenti in conference call con Rete Imprese Italia, – siamo vicini alla famiglia». Il defunto lascia la moglie e una figlia.

La cronaca degli ultimi giorni è punteggiata da notizie di suicidi e tentati suicidi. Come l’operaio della Arcelor Mittal, che si è tolto la vita divorato dalla preoccupazione di non poter mantenere il proprio posto di lavoro. O l’imprenditore italiano che pochi giorni fa è stato invece salvato dai carabinieri della stazione di Calderara di Reno (Bologna), dopo che questi aveva annunciato l’intenzione di volersi suicidare a causa dei problemi economici derivanti dal blocco delle attività produttive. Il Resto del Carlino riferisce che la centrale operativa del comando provinciale è stata informata delle sue intenzioni, e «diverse pattuglie si sono messe alla ricerca» dell”imprenditore, che e’ stato «intercettato in provincia di Bologna, mentre si trovava in compagnia dei suoi figli minorenni».

Cristina Gauri

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