Neanche in pandemia la Lamorgese interviene: controllano noi ma non i migranti dalla Slovenia. Friuli disperato

Ai confini con la Slovenia si apre il doppio fronte di guerra dei nostri soldati: contro la marea umana di migranti. E contro i rischi da epidemia di Covid che arrivano anche dall’esterno. E così, mentre nel primo giorno di Fase 2 i controlli sui cittadino sui fanno ancora più stringenti, al confine stranieri e immigrati passano e spassano tranquillamente. La Slovenia li fa attraversare la frontiera. Il governo non sta sul pezzo: e non controlla… Lo spiega e lo argomenta approfonditamente un servizio pubblicato da Il Giornale sul suo sito. Tanto che nell’incipit leggiamo: «Sono ormai anni che gli abitanti di San Dorlingo, Mattonaia, Montedoro e delle altre località dell’altipiano di Trieste, quasi ogni mattina vedono scendere verso valle file di migranti in arrivo dalla Slovenia. Camminano a bordo della strada, puntano sulla città per chiedere asilo. Arrivano a gruppi, più o meno folti. La notte attraversano il confine sloveno e alle prime luci dell’alba affrontano il breve cammino che divide le frontiere dal centro di Trieste. Anche in piena emergenza coronavirus, il flusso non si è mai fermato.

Via vai di migranti al confine con la Slovenia

Da qui la denuncia dei poveri poliziotti al confine: «La Slovenia li fa passare». A cui segue a stretto giro l’allarme del Friuli: «Il governo non controlla». Intendiamoci, sono anni che gli abitanti dell’altipiano di Trieste assiste impotente a flussi ininterrotti di arrivi. Un vero e proprio via vai continuo che fa sentire le autorità locali e i militari impotenti e soli nel combattere un nemico più che visibile che però non si riesce neppure a combattere sul fronte politico. Neppure in questo momento di emergenza epidemica. Neanche in queste settimane in cui, al contrario, i controlli sui cittadini italiani si sono fatti più stringenti e punitivi che mai… e, a ogni ora che passa, paure e rischi alzano esponenzialmente i loro livelli di guardia. tanto che, scrive il quotidiano diretto da Sallusti, «il timore è che la rotta balcanica possa tornare a infoltirsi. Rischiando di riversare sulla frontiera triestina un flusso incontrollato di migranti. Soprattutto adesso che l’estate è ormai alle porte».

Flussi ininterrotti di arrivi: non solo nelle isole

Già l’estate. Che il dramma degli arrivi torna a presentarsi e a rinvigorire paure e allerta. Non abbastanza, però, nel governo che questi pericoli dovrebbe cercare di evitare o, quanto meno, provare a tenere sotto controllo. Non solo isole prese d’assalto per gli sbarchi, allora. Ma anche valichi di frontiere e rotte montane che portano all’unico porto sicuro individuato dai migranti: l’Italia e i suoi vulnerabili confini… Con buona pace, per esempio, del Segretario generale provinciale dell’FSP polizia di Stato, Edoardo Alessio, che al Giornale dichiara mestamente: «Oltre alla polizia di Frontiera, che già soffriva le difficoltà prima della pandemia, ora soffre anche la Questura che è de facto a mezzo servizio per la chiusura voluta dal ministero dell’Ufficio Immigrazione. Uno degli uffici che più soffre ed è esposto alla pericolosità di eventuali contagi è il gabinetto di Polizia scientifica, che nonostante la buona volontà messa in campo dagli operatori e l’esiguo numero di uomini deve far fronte ad una pressione costante di immigrati da foto segnalare ed identificare». E non prima di aver confermato che: «La Slovenia non li ferma, non li identifica e li fa passare impunemente».

Il drammatico appello alla Lamorgese che…

E allora, solo per venire ai numeri, sempre dallo stesso sito apprendiamo che «La scorsa settimana ne sono arrivati 140. Almeno 17 nella mattinata di martedì, 46 nell’ultima domenica di aprile. Ben 33 due giorni fa. Altri 30 stamattina in località Domio. Negli ultimi 10 giorni sarebbero quasi 250 i clandestini approdati in territorio italiano». cosa aspettano il governo e la sua ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, a intervenire? In effetti una prima risposta ci sarebbe: e la fornisce proprio, guarda caso, sempre Alessio. A detta del quale, «siamo in una situazione di emergenza. Non solo per l’accoglienza da garantire agli immigrati. Ma anche perché le forze dell’ordine, impegnate nel controllo del territorio per il severo rispetto del DPCM emanato dal Consiglio dei Ministri, hanno estrema difficoltà ad affrontare una rotta migratoria che non dà tregua a causa della carenza cronica di personale». E Alessio non è il solo a lanciare l’allarme. nei giorni scorsi, e neanche questo è un caso, anche l’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, si è rivolto direttamente alla titolare del Viminale per chiederle di intervenire sulle frontiere friulane «con la stessa attenzione con cui il Viminale ha controllato (e multato) gli italiani pizzicati fuori casa durante il lockdown»…

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