Giuseppe Conte, la promessa a Bill Gates: 140 milioni di euro per il vaccino contro il coronavirus. Ma li aveva negati all’italiana Irbm

“Noi ci siamo”. Giuseppe Conte parla al telefono con Bill Gates e risponde presente all’appello del mega-miliardario fondatore di Microsoft. Il suo ultimo impegno è finanziare (e trovare finanziatori) la ricerca che sta lavorando a un vaccino contro il coronavirus. Il premier gli avrebbe promesso, scrive il Corriere della Sera, che il governo stanzierà “una cifra compresa fra 110 e 140 milioni di euro”. Nell’ora e mezza di conversazione, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, il miliardario filantropo americano “fa gli elogi della nostra ricerca e della collaborazione stretta fra Italia e le sue Fondazioni”. Tutto  molto bello. Forse Gates non lo sa, o forse sì, ma Conte non ci ha fatto una gran figura. Perché, almeno stando a quanto riferiva Dagospia in quelle stesse ore, il vaccino anti-virus sarebbe potuto essere italiano (con sommo vantaggio economico e sanitario) e invece, con ogni probabilità, potrebbe essere britannico.

Motivo? Il premier e il suo staff avrebbero sottovalutato le possibilità della IRBM di Pomezia, istituto di ricerca di Piero Di Lorenzo che aveva chiesto al governo un finanaziamento per i propri studi insieme al Jenner Institute della Oxford University.  Pratica scaricata sulla Cdp di Palermo e così il governo italiano è stato poi fregato sul tempo da quello britannico, che ha investito subito milioni di sterline. Risultato: il vaccino, spiegava Dago, “verrà prodotto e distribuito in esclusiva dalla multinazionale britannica AstraZeneca e non da una azienda italiana”.

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