Wuhan, due dottori contagiati si risvegliano con la pelle scura

Wuhan, 21 apr – Ammalarsi di coronavirus e svegliarsi con la pelle scura. Può capitare anche questo. E’ successo in Cina, a Wuhan, la sciagurata città-epicentro della pandemia di Covid-19, dove due dottori cinesi del Centre Hospital, contagiati e gravemente ammalati, si sono risvegliati in rianimazione dopo più di un mese con la pelle decisamente brunita. Un singolare effetto collaterale dei farmaci utilizzati contro il Sars-Cov-2, che è stato raccontato da un servizio della tv Cctv e ripreso dal Daily Mail. 

Insomma, chissà che faccia avranno fatto al loro risveglio i dottor Yi Fan e Hu Weifeng, 42 anni entrambi, che ora sono quasi irriconoscibili. I due lavoravano all’ospedale di Wuhan quando è scoppiata l’epidemia. Il 18 gennaio sono risultati positivi al test e le loro condizioni sono andate peggiorando con grande velocità, fino a che non si è reso necessario il ricovero in intensiva. Prima sono stati portati al Wuhan pulmonary hospital e poi trasferiti due volte, secondo quanto riporta la televisione cinese di stato Cctv.

Il dottor Yi è stato attaccato al respiratore per 39 giorni: ora le sue condizioni sono migliorate ed è fuori dal reparto di terapia intensiva. «Quando ho preso coscienza per la prima volta, specialmente dopo aver saputo delle mie condizioni, mi sono sentito spaventato. Ho avuto spesso incubi» ha spiegato. Le condizioni del dottor Hu erano risultate ancora più gravi, ma dopo 45 giorni attaccato alle macchine è tornato a parlare, sebbene si trovi ancora in terapia intensiva. La dottoressa Li Shusheng, che ha in cura entrambi i medici, ha affermato che la loro pelle è diventata scura a causa di un tipo di medicinale somministratogli durante le prime fasi della terapia. Uno degli effetti collaterali del farmaco è, per l’appunto, l’oscuramento della pigmentazione a causa dell’azione del farmaco sul fegato. Secondo i medici, la pigmentazione tornerà normale appena il fegato riprenderà le sue normali funzionalità.

I due medici hanno lavorato entrambi con Li Wenliang, l’oculista 34enne che per primo aveva lanciato  il primo, inascoltato allarme sulla diffusione del coronavirus ed era poi mortocdopo aver contratto l’infezione, i primi giorni di febbraio. Per le sue rivelazioni inizialmente Wenliang era stato fatto oggetto di discredito e di minacce da parte della polizia cinese: l’uomo era stato anche arrestato, per poi essere riabilitato dalla magistratura e dall’opinione pubblica.

Cristina Gauri

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