La marca da bollo resiste pure al virus. Obbligatoria per la cassa integrazione

Il Covid-19 si è dovuto arrendere a un’entità superiore: la marca da bollo. Sono bastate 24 ore e una manciata di righe per mettere agli arresti domiciliari un intero popolo, chiudere le scuole, vietare i viaggi, sospendere libertà civili, svuotare fabbriche

E tutto senza inutili orpelli, tipo il voto del Parlamento. Del resto, c’era un’emergenza planetaria da affrontare. Ma, a quanto pare, anche la potenza del virus ha i suoi limiti.

Più tenace della Sars, più subdola della mucca pazza, più spietata di Ebola: la marca da bollo se ne frega dei pieni poteri. Lo hanno scoperto a loro spese soprattutto tanti piccoli commercianti. Gente con uno o due dipendenti che, per la prima volta nella vita, si è trovata a utilizzare lo strumento della cassa integrazione per evitare il crac e non lasciar morire di fame collaboratori che in attività di questo tipo sono persone con cui si lavora gomito a gomito tutto il giorno.

E così, mentre l’Inps sfornava circolari e messaggi dal minaccioso titolo «Semplificazione delle modalità di gestione», i commercianti scoprivano di dover presentare la domanda per i propri dipendenti corredata della fatidica marca da bollo da 16 euro. «Io ho un solo dipendente – racconta Paolo Ambrosini, proprietario di una piccola libreria in provincia di Verona e presidente dell’Associazione librai italiani Confcommercio – e sono dovuto uscire in cerca del bollo, per fortuna una tabaccheria aperta aveva l’ultimo. Francamente sono molto stupito, non ne faccio una questione politica, anzi sono contento che il governo abbia considerato il libro un bene essenziale, ma questa cosa proprio non va bene». Anche in Emilia Romagna si è levata la protesta dei commercianti, ma non c’è stato verso. Chi è stato costretto a chiedere la cassa integrazione per i propri dipendenti non aveva altra strada.

La questione è di principio ma non solo, a veder bene. Ma possibile che lo Stato abbia faticosamente elargito un aiuto di 600 euro a chi, come certi piccoli commercianti, da 40 giorni non guadagna più nulla e poi gli chiede 16 euro per garantire il sostentamento al dipendente? Senza contare che solo in un Paese bizantino come il nostro, dove l’imprenditoria è guardata con sospetto e i cittadini sono sudditi della Pubblica amministrazione si sarebbe potuta pensare una cosa del genere: per salvare vite si vieta alla gente di uscire e poi le si obbliga ad andare in giro per tabaccai. Si è messa in piedi una campagna terroristica verso chi usciva da solo a correre e si è costruito un sistema medioevale di autocertificazioni cartacee mentre anche in Grecia bastava un sms.

Ora almeno ci siamo tolti uno dei tanti dubbi sul futuro. Chi da giorni si sforza di immaginare il mondo dopo l’Apocalisse-covid, stia sereno: la marca da bollo ci sarà ancora.

il giornale.it

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