Coronavirus, a Bergamo decessi tornati a livelli pre-virus

All’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo la lotta contro il coronavirus sembra finalmente dare i suoi frutti.

Il numero di decessi in questo momento è addirittura sotto la soglia di normalità quella, per intenderci, del periodo precedente all’inizio dell’epidemia. Ferdinando Luca Lorini, primario del reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Bergamo, ha spiegato al Corriere: “Negli ultimi otto giorni siamo a una media di due virgola qualcosa al giorno, contro il circa 2,5 dell’epoca pre-Covid. Mi sembra un dato molto importante anche perché la discesa riguarda un po’ tutto, gli arrivi, i ricoverati, le intensive… Diciamo che ora possiamo respirare”.

Già, finalmente la struttura ospedaliera e i suoi dipendenti stanno tornando alla normalità, a respirare. La provincia Bergamasca è stata una di quelle maggiormente colpite dal coronavirus. Ancora impresse nella memoria le immagini di quei mezzi militari che trasportavano centinaia di salme. Al Giovanni XXIII ci sono stati giorni in cui i ricoveri sono arrivati alla quota totale di 620 e i decessi giornalieri erano in media 18. Come ha reso noto il primario, “ora sono circa 250, più una settantina in area critica. Praticamente la metà. Sembrano passati anni e invece tutto è successo in poche settimane. Dallo zero di quaranta giorni fa ai 600 di marzo ai 300 di adesso”. Lorini ha però tenuto a precisare che questo cambiamento è dovuto soprattutto all’isolamento sociale che i cittadini hanno religiosamente seguito. E che adesso non può e non deve essere abbandonato. Ha anche voluto ricordare i parenti delle persone che non ce l’hanno fatta e ai quali i medici hanno dovuto dare la tragica notizia. Il suo pensiero è poi andato a un suo amico, collega ventennale adesso in terapia intensiva, intubato e immobile.

Si torna lentamente alla normalità

Uno scenario di guerra quello a cui hanno assistito medici e infermieri dell’ospedale. Nel più grande reparto di rianimazione dopo quello cinese di Wuhan, non ci sono più pazienti dappertutto, attaccati all’ossigeno. Alcuni reparti Covid sono in via di smantellamento. Fabiano Di Marco, docente universitario di malattie dell’apparato respiratorio e primario di pneumologia al Giovanni XXIII, ha confessato che se la situazione non fosse cambiata, a quei ritmi non sarebbero riusciti a resistere ancora per molto. Ha ricordato il professore: “Siamo arrivati a superare i cento arrivi al giorno di polmoniti gravi, un dato impressionante, dei quali l’80 per cento veniva ricoverato. Ora sono tra i 25 e i 35 e molti possono tornare a casa mentre i ricoverati non sono più così gravi. Di notte avevamo quattro medici per reparto, ora due e siamo comunque ancora sopra lo standard dei tempi pre-Covid”.

il giornale.it

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