Ucraina, le fiamme si avvicinano alla centrale di Chernobyl

L’Ucraina è in allarme a causa degli incendi, in quanto le fiamme sono ormai vicinissime all’ex centrale nucleare di Chernobyl.

Il fuoco che da giorni devasta il nord del Paese è infatti a meno di cinque chilometri di distanza dal famigerato impianto atomico, teatro dell’incidente radioattivo del 1986. A causa di quella tristemente celebre esplosione accidentale, è attualmente vietato qualsiasi insediamento umano a meno di 30 chilometri dal polo energetico abbandonato.

L’ondata di fiamme che sta affliggendo la repubblica slava avrebbe avuto origine nel fine settimana dello scorso 4 aprile, per colpa del fuoco appiccato da un piromane a dell’erba secca che contornava il confine della zona di interdizione nucleare.

Tale ondata sarebbe costituita, spiega la Bbc citando Greenpeace, da due incendi, di cui uno coprirebbe una superficie pari a 34mila ettari mentre il secondo avrebbe un’estensione di 12mila ettari. Sarebbe il secondo a lambire ormai l’area in cui insiste la centrale dismessa e, in particolare, avrebbe già fatto ingresso a Pripyat, città-fantasma a ridosso dei reattori nucleari.

Il fuoco infiltratosi nel centro urbano abbandonato si troverebbe ora, denuncia l’emittente britannica, a neanche due chilometri di distanza dal deposito dove venivano stoccate le più pericolose scorie radioattive generate dall’impianto energetico.

Il network londinese ha quindi rilanciato il grido disperato di Yaroslav Emelianenko, tour operator locale, che invoca un rapido intervento delle autorità contro il dilagare delle fiamme e che paventa, oltre a una possibile catastrofe ambientale, anche disastrose ricadute occupazionali per la regione.

Pripyat, ha evidenziato l’organo di informazione d’Oltremanica traendo spunto dalle parole di Emelianenko, è appunto una delle principali destinazioni turistiche ucraine, visitata nel 2018 da ben 70mila persone affascinate dall’atmosfera da day-after tipica di quella città-fantasma.

La Bbc ha quindi segnalato la grande preoccupazione delle autorità di Kiev, secondo cui gli incendi incriminati non sarebbero “affatto sotto controllo”. Kateryna Pavlova, a capo dell’autorità ucraina preposta all’amministrazione della zona di interdizione nucleare, ha infatti ammesso le enormi difficoltà che le istituzioni nazionali stanno fronteggiando nella lotta contro l’avanzare delle fiamme.

La dirigente pubblica, precisa l’emittente, ha poi assicurato che le squadre di pronto intervento starebbero lavorando “giorno e notte” per mettere su delle barriere taglia-fuoco a protezione della centrale di Chernobyl.

Sul posto, a combattere contro le fiamme, sarebbero attualmente impegnati oltre 300 vigili del fuoco, coadiuvati da aerei, elicotteri e mezzi speciali anti-incendio.

Nonostante il clima di allerta generale che è maturato nel Paese, qualche funzionario statale, accusa il network, è riuscito a fare polemica con il governo.

Il riferimento fatto dalla Bbc attiene allo scontro verificatosi tra Yegor Firsov, attuale capo del Servizio ispettivo ambientale ucraino, e l’esecutivo del presidente Zelens’kyj.

Firsov, ricostruisce l’organo di informazione, aveva appunto, ai primi di aprile, alimentato preoccupazioni asserendo che, a causa degli incendi, il livello di radioattività nei pressi dell’impianto dismesso aveva pericolosamente superato la soglia di guardia.

Tale affermazione sarebbe stata però immediatamente smentita dalle autorità di Kiev e lo stesso capo del servizio di ispezione ambientale avrebbe alla fine ritrattato la sua denuncia.

il giornale.it

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