Coronavirus, il caso Piemonte: contagi più veloci che altrove

Contagi in aumento e curva epidemiologica che non accenna a frenare nonostante le misure di sicurezza intraprese per bloccare la diffusione del nuovo coronavirus.

Nell’Italia martoriata dal Covid-19, il Piemonte è diventato un caso sui generis, proprio come la Lombardia.

All’ombra della Mole, fa notare Il Corriere della Sera, le terapie intensive si stanno gradualmente svuotando, come d’altronde un po’ in tutto il resto del Paese. Eppure questa rischia di essere l’unica buona notizia. Già, perché le infezioni continuano a crescere, e per giunta lo fanno con cifre che preoccupano gli esperti. Ieri nella regione piemontese si sono registrati altri 474 casi che, calcolatrice alla mano, significa un +2,8% rispetto al +2% nazionale.

Scendendo nel dettaglio, notiamo come la provincia di Cuneo abbia fatto registrare un misterioso aumento pari al +9,9% di casi, ma soprattutto vediamo come il Piemonte abbia toccato una crescita di contagi giornaliera pari al 6% nella prima settimana di aprile, salvo poi scendere al 4% negli ultimi giorni. Stiamo parlando di un valore assai elevato; il doppio della Lombardia, inchiodata intorno al 2%.

Numeri da paura

Se il Piemonte è la terza regione italiana per numero di contagi, alle spalle di Lombardia ed Emilia-Romagna, la provincia di Torino, con 8181 contagiati, è la quarta dopo Milano, Bergamo e Brescia. Emblematico a questo proposito il confronto con il Veneto amministrato da Luca Zaia. Con più o meno gli stessi abitanti, la regione piemontese conta 1826 decessi, mille in più rispetto a quella veneta, ferma a 882, oltre a 2mila casi in più da mettere in conto. E non è finita qui, perché a Torino e dintorni si contano quasi 500 morti nelle case di riposo, oltre ad almeno cinque inchieste delle procure che indagano per epidemia colposa.

Alla fine del mese scorso il governatore Alberto Cirio aveva accennato all’ipotesi di imitare il Veneto nella mappatura del contagio affidandosi ai tamponi. Di quel proposito, poi, non ne è stato fatto più niente. Basti pensare che in Piemonte sono stati effettuati 69.170 tamponi a fronte dei 211.092 della Lombardia, dei 203.077 del Veneto e dei 99.047 dell’Emilia-Romagna.

Per quanto riguarda i tamponi, in Piemonte ne sono stati effettuati solo 69.170 , contro i 211.092 della Lombardia, i 203.077 del Veneto e i 99.047 dell’ Emilia-Romagna. Insomma, i numeri generali riferiti all’epidemia fanno tremare i polsi, ed è evidente che qualcosa non stia funzionando per il verso giusto. In tutto questo Cirio ha dichiarato di star “combattendo una guerra con l’ esercito che ho trovato, che aveva gravi carenze organizzative”.

Nel frattempo il Piemonte, proprio come la Lombardia, ha scelto di postdatare la riapertura delle librerie. Nella speranza che questo possa contribuire ad abbattere la curva dei contagi.

il giornale.it

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