La beffa del dl Liquidità: 25mila euro a chi fattura 4 volte tanto

Da bozza a testo ufficiale. Il dl Liquidità è stato bollinato e pubblicato, dunque, da ora in avanti, quelle che erano indiscrezioni sul suo contenuto diventano certezze a tutti gli effetti.

E la certezza numero uno è che la “potenza di fuoco” dell’ultimo dl partorito da Conte & Co si è ridotta a un misero fumo. Come sottolinea il quotidiano La Verità, adesso i nodi sono venuti al pettine. Intanto il provvedimento è a saldo zero. Ciò significa che il governo metterà sul tavolo “zero euro”, come ha scritto su Twitter anche Massimo Garavaglia. “Che effetto sul Pil può avere un decreto che investe zero euro?” si è domandato perplesso il viceministro all’Economia.

Scendendo nel dettaglio, scopriamo che la garanzia al 100% senza valutazione del merito di credito vale soltanto per i prestiti più piccoli. In poche parole, non bisogna superare la soglia dei 25mila euro. Attenzione però, perché in base all’art.13 lettera “m” del provvedimento, è impossibile chiedere più del 25% dei propri ricavi.

Piccoli commercianti stretti all’angolo

Calcolatrice alla mano, nel caso in cui i ricavi dovessero ammontare a 20mila euro sarà vietato avanzare una richiesta superiore ai 5mila euro; con un ricavo di 40mila il massimo è 10mila. Con buona pace dei piccoli e piccolissimi commercianti, la somma di 25mila euro può essere richiesta in prestito soltanto da chi può contare su ricavi superiori ai 100mila euro.

E non è tutto, perché per le cifre superiori lo scenario è ancora più beffardo. Oltre la soglia dei 25mila euro, e fino a un massimo di 800mila, resta la garanzia del prestito al 100% (90% lo Stato e 10% Confidi) ma si aggiunge una valutazione bancaria della solvibilità.

Discorso ancora diverso per le medie e grandi imprese. È stato confermato il ruolo di Sace con garanzie fino al 90% e fino a 5 milioni; anche qui la valutazione verrà tuttavia fatta sulla base di una valutazione del merito di credito. Le banche, insomma, potranno stoppare le posizioni in sofferenza.

Dulcis in fundo c’è spazio per l’ultima beffa. Riguardo ai requisiti di accesso all’indennità di 600 euro stabilità dal Cura Italia, il dl Liquidità ha attuato alcune modifiche da prendere in considerazione. Le Casse di previdenza private hanno congelato il tutto in attesa che gli iscritti autocertifichino la loro iscrizione in via esclusiva e dimostrino di non essere titolari di redditi da lavoro dipendente.

il giornale.it

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