Sedici positivi nel palazzo occupato da 600 immigrati. La bomba pronta a esplodere

Roma, 10 apr – Si aggrava la situazione del Selam palace, la più grande occupazione romana di immigrati che si trova in questi giorni presidiata dall’Esercito, dopo che due dei suoi ospiti avevano mostrato sintomi riconducibili al coronavirus. L’enorme struttura di via Attilio Cavaglieri, alla Romanina, ospita all’incirca 600 stranieri richiedenti asilo: da ieri, la Protezione civile è stata impegnata nelle operazioni di rimozione dell’enorme montagna di rifiuti che campeggiava di fronte al palazzo per potervi montare la tenda triage per il controllo a tappeto degli occupanti. 

E se l’allarme legato alla coppia di sudanesi inizialmente ritenuti contagiati è rientrato – entrambi sono risultati infatti negativi al tampone – l’emergenza è scattata nuovamente quando, dopo una prima trance di test, ben sedici persone sono state trovate positive al Covid-19. I contagiati sono stati allontanati dalla struttura e sono stati posti in regime di isolamento. Ma ora il rischio che la bomba sanitaria possa esplodere da un momento all’altro si fa più concreta, tenendo conto del sovraffollamento della struttura, dell’assenza delle più elementari norme igieniche – i servizi su ogni piano vengono utilizzati in condivisione da decine di persone. Le regole di distanziamento sociale sono quindi difficili, quando non impossibili, da seguire.

L’Esercito ha isolato la zona, bloccando accessi e uscite. Per ora non si segnalano proteste degli occupanti. Nel frattempo, il Comune è stato così solerte da consegnare oltre 150 pacchi alimentari agli stranieri in isolamento, per mano di volontari di diverse associazioni.  La scorsa settimana anche l’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewsky – di cui ci ricordiamo per le sue “gesta” dell’anno scorso, quando aveva rotto i sigilli della fornitura di energia elettrica al palazzo-discoteca occupato da Aktion – aveva visitato il palazzo occupato per distribuire disinfettanti, guanti, mascherine, gel igienizzanti, candeggina, saponi e asciugamani agli ospiti. La struttura è presidiata h24 dalla Protezione civile e dai volontari dell’associazione Cittadini del mondo. Nonostante la gara di solidarietà le condizioni all’interno del palazzo rimangono preoccupanti.

Cristina Gauri

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