La sfida Olanda-Italia: così è franato l’Eurogruppo

Fumata nerissima dall’Eurogruppo di ieri sulle misure economiche da adottare per fronteggiare la crisi economica causata dal coronavirus. Le divisioni tra le fazioni guidate da Italia e Paesi Bassi si sono rivelate troppo ampie per essere colmate durante la riunione in teleconferenza dei ministri delle finanze, durata più di 16 ore. Come spiega Politico, i disaccordi sono emersi principalmente sulle condizioni del Mes e sull’idea di mettere in comune il debito attraverso i cosiddetti coronabond. I colloqui riprenderanno giovedì nel tentativo di raggiungere un pacchetto di misure condiviso che i ministri possano presentare ai leader. Il ministro delle finanze tedesco non ha nascosto su Twitter tutta la sua amarezza per il mancato accordo raggiunto: “In queste ore difficili l’#Europa deve stare insieme”, ha twittato Scholz dopo l’incontro. “Insieme al [ministro delle finanze francese Bruno Le Maire], chiedo quindi a tutti i paesi dell’euro di non rifiutarsi di risolvere queste difficili questioni finanziarie e di facilitare un buon compromesso – per tutti i cittadini”.

L’Eurogruppo e lo scontro fra due visioni inconciliabili

L’attuale crisi causata dal coronavirus sembra mettere a nudo quelle che, indipendentemente dai governi in carica, sembrano essere due visioni inconciliabili all’interno dell’Unione europea e che rischiano di affossare il “sogno europeo”, a cui gli italiani peraltro sembrano credere sempre meno. La riunione, infatti, è stata segnata dal duro scontro fra Roma e l’Aja. L’Italia, riporta Il Giornale.it, ha fatto muro contro la il blocco del rigore di Germania, Paesi Bassi, Austria e Paesi scandinavi: i Paesi che ritengono il Meccanismo europeo di stabilità, il Mes, come uno strumento adeguato a risolvere la crisi. Ma il governo italiano sembra isolato, con la sola speranza di trovare ascolto in Francia e augurandosi che anche la Spagna convenga quantomeno sulla necessità dei cosiddetti coronabond.

“I Paesi Bassi sono e rimangono contro gli #Eurobond, perché aumentano i rischi in Europa, invece di ridurli”, ha twittato il ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra. “A parte [essere] poco saggio, non è nemmeno ragionevole … [che i Paesi Bassi] debbano garantire i debiti che altri fanno. La maggior parte dei paesi della zona euro sostiene questa linea”. Posizione del rigore inconciliabile con quella espressa da Roma, che percepisce questa chiusura come una mancanza di solidarietà. Dopotutto non è certo colpa degli italiani se il Covid-19 ha colpito il Paese con tale ferocia.

L’Olanda s’impunta e salta tutto

La Repubblica svela un retroscena del lungo vertice di ieri che la dice lunga sulle tensioni all’interno dell’Eurogruppo. Tedeschi e austriaci, infatti, avevano accettato quello che fino a pochi giorni fa sembrava quantomeno improbabile: niente rigore per accedere al Mes. L’unica condizione è che i suoi soldi vengano usati contro il Covid-19. “Solo un generico richiamo al rispetto del Patto di stabilità quando verrà riattivato dopo la crisi. Ma vale per tutti, non solo per chi chiede le linee di credito del Meccanismo” scrive La Repubblica.

Chi fa saltare il banco però è il già citato ministro olandese Wopke Hoekstra, che ingaggia un duro duello con Roberto Gualtieri, e chiede di inserire pesanti condizioni per chi chiederà le linee di credito del Mes: Gualtieri replica che l’Italia non può accettare l’austerità per una crisi di cui non ha colpe. Domani un altro vertice, che si preannuncia durissimo. Indipendentemente da come andrà a finire, forse l’amara verità è quella descritta senza troppi giri di parole dall’ex Presidente del Senato Marcello Pera che in una lettera inviata a Italia Oggi scrive: “Caro direttore, diciamoci la verità, l’Unione europea o è morta o, se vogliamo essere più gentili, il termine Unione è una bugia, come ha scritto Sergio Romano”.

il giornale.it

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