Giuseppe Conte, Casalino, Di Maio e Borrelli: i posti di comando contro il coronavirus occupati dai peggiori

Lo Stato ideale è composto da tre classi sociali: la classe dei lavoratori (il popolo), la classe dei guardiani (i guerrieri), la classe governativa (i re-filosofi). Le prerogative di quest’ ultima sono la saggezza e la razionalità. Si tratta di concetti espressi oltre 2.000 anni fa da uno dei più noti filosofi della storia, ma avrebbe potuto scriverli chiunque, appartenendo al pensiero innato di ogni uomo l’ idea che il potere sia affidato ai migliori.

A grandi responsabilità devono corrispondere grandi capacità, coerenti con i compiti affidati. Consideriamo invece chi gestisce l’ emergenza sanitaria: un avvocato (il presidente del Consiglio), un laureato in scienze politiche (il ministro della Salute), l’ ex steward dello stadio S. Paolo di Napoli (il ministro degli Esteri), un commercialista (il capo della Protezione civile). Unico esperto è l’ addetto alla comunicazione della presidenza del Consiglio: un ex concorrente del Grande Fratello. Si dirà: i loro provvedimenti sono autorizzati dal Parlamento. In realtà quasi mai, ma, se anche fosse, il partito di maggioranza del Parlamento è guidato da un comico (neppure ex, in questo caso).

Numeri disastrosi – Sia il rapporto malati/abitanti (indice di efficienza delle misure di contenimento), sia quello morti/malati (indice di efficienza delle misure di cura), in Italia è il peggiore del pianeta (impressionante il secondo: 12,2%). Il tutto pur avendo messo da quasi un mese gli italiani agli arresti domiciliari, riducendoli progressivamente in povertà.
Gli Stati Uniti, ancorché poco inclini a chiudere i loro concittadini in gabbia, avendo un più alto rispetto della libertà, stanno messi molto meglio (2,6% i morti); in Germania pare non muoia quasi nessuno (1,4%), forse perché è tornato il mito della razza ariana.

Merito – Delle tre l’ una: tutto il resto del mondo mente; siamo sfortunati; siamo incapaci. Propenderei per l’ ultima, onde evitare di aggiungere al fallimento l’ illusione, che rende più difficile eliminarne le cause. Quanto ai rimedi alla crisi economica, la strada seguita dai nostri politici è di chiedere l’ elemosina in Europa, mentre i tecnici studiano come togliere denaro al popolo, per poi vantarsi di averglielo dato.
Resta il fatto che costoro si trovano lì perché sono stati votati, e tutt’ ora agiscono con il consenso di una parte del Paese. Segno evidente che chi li ha preceduti ha deluso. Il problema, dunque, non si inquadra nell’ antitesi tra competenza e ignoranza, a meno che non si voglia credere che l’ Italia sia da decenni nelle mani dei somari. La verità è che la competenza non basta e, ancor prima, non è quella che comunemente viene ritenuta tale.

Mercato e gare – I curricula sono infarciti di nomine ed incarichi, periodi di studio all’ estero, esperienze professionali, pubblicazioni, ma assai poco di prove che attestino il talento e l’ intelligenza. I sistemi competitivi, che selezionano i migliori, sono due: il mercato e le gare.
Uno contro uno o tutti contro tutti (il concorso). E questo vale per qualunque attività umana: sport, politica, scienza, professioni e impresa. Facendo in modo che, laddove non operino criteri automatici, la scelta del vincitore sia oggettiva e neutrale. E se si vuol guardare ai titoli, si considerino quelli che evidenziano capacità di ricerca e di innovazione. L’ Italia non è uno Stato dove la concorrenza e il merito sono apprezzati.
Questo, prima o poi, si paga.
Non ripeterò i danni che l’ ondata moralistica e il finto sentimentalismo hanno prodotto nelle società occidentali (ma qui più che altrove), soppiantando la conoscenza con la coscienza.
Troppo spesso derise, fatte fuori, costrette ad allontanarsi, o, semplicemente, tenute ai margini, le menti migliori vengono a mancare nel momento del bisogno.
Dopo tre mesi dalla manifestazione del virus la conclusione è che ne sappiamo ancora poco; il numero reale dei contagi varia tra quello ufficiale e dieci volte tanto; di cure e vaccini, al netto delle speranze, non c’ è traccia.
Nel terzo millennio, cinquant’ anni dopo lo sbarco sulla luna, è normale tutto questo?

Cosa manca – Ci sarebbe anche da discutere sul (le modalità del) distanziamento sociale, per abbassare il cosiddetto R0, con valore 2,5 per il Covid-19, che rappresenta l’ indice di riproduzione del virus in funzione del suo grado di contagiosità e del tempo medio in cui un individuo infetto rimane contagioso.
Rimandiamo l’ analisi, in attesa del prossimo aggiornamento sulla contabilità (dei morti) fatto dal commercialista. Saggezza e razionalità: mancano entrambe.

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