La Germania a corto di pasta viene a fare spesa da noi: prelevate 200 tonnellate coi treni merci

Roma, 3 apr – “Siamo come fratelli”, scriveva ieri una finemente perculatoria Bild, rivolgendosi a noi italiani. Dopo aver bloccato l’export di quasi un milione di mascherine in un momento di vitale importanza per i nostri ospedali, il quotidiano tedesco si ricordava improvvisamente che esiste la “solidarietà” con i “fratelli italiani”, perché “Ora vi vediamo lottare. Vi vediamo soffrire. Anche da noi, la situazione non è facile, ma da voi è mille volte più difficile. Infermiere sfinite che dormono su una sedia. Medici che devono decidere chi può sopravvivere e chi deve morire”. Devono decidere, sì, un po’ come il governo tedesco, con la sua decisione temporanea di bloccare i dispositivi che sarebbero serviti proprio a quelle infermiere e a quei medici stremati, così sapientemente descritti nel fuoco d’artificio retorico della Bild.

Ma noi siamo i fratelli casinisti e pasticcioni ma con un cuore grande così, e perdoniamo tutto. E loro dicono di invidiarci: “Volevamo saper cucinare la pasta come voi, bere Campari come voi, amare come voi, la dolce vita, per questo vi abbiamo sempre invidiato”. E perché se ne ricordavano proprio ieri, della pasta e della dolce vita? Ma il motivo è presto detto: sempre sulla Bild è poi apparso un altro articolo che spiegava come la pasta inizi seriamente a scarseggiare nei supermercati tedeschi. A tal punto che la Aldi, una nota catena del settore, ha deciso di venirsela a prendere direttamente in casa nostra, approvvigionandosi con treni speciali e in accordo con la DB Schenker, il ramo della compagnia ferroviaria tedesca Deutsche Bahn che si occupa di logistica.

I convogli predisposti per prelevare il prezioso carico di rigatoni, farfalle e pennette prodotte dai “fratelli italiani” arriveranno direttamente in Baviera, da dove poi verranno smistate verso i principali centri della Germania meridionale. “La domanda di pastasciutta e affini è aumentata in maniera drastica a causa della crisi del coronavirus”, scrivono dall’azienda, constatando al tempo stesso che “sono in calo i trasporti verso l’Italia”. “Vengono meno i tir e i treni per il viaggio di ritorno”, ecco perché la scelta di arrivare coi treni.   

“Diversi treni speciali hanno già portato oltre 60mila pacchi di fusilli, più di 75mila pacchi di penne e 250mila pacchetti di spaghetti dall’Italia a Norimberga, come prima consegna”, spiega l’azienda in una nota, mentre la Schenker ha riferito di aver consegnato finora duecento tonnellate di spaghetti, pennette e altri tipi di pasta. Ecco perché siamo “nel cuore dei tedeschi”, come scrive la Bild: perché gli occorrono i nostri rigatoni. Ma noi, appunto, “sappiamo amare”, non gli toglieremo la pastasciutta dal piatto come fecero loro ai primi di marzo con le nostre mascherine, bloccandole per due settimane. “La forza dell’Italia è donare amore agli altri”. Una lezione che possiamo dare a tutto il mondo.

Cristina Gauri

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