Adesso Conte scrive a un’Europa che non esiste

Non passa giorno senza che Giuseppe Conte lanci messaggi più o meno velati all’indirizzo dell’Unione europea. Il guaio è che la casella postale di Bruxelles sembra piena o, molto più probabilmente, per i tecnocrati dell’Ue le richieste del premier italiano valgono come il due di picche.

Ovvero meno di zero.

La crisi economica provocata dal nuovo coronavirus ha soltanto amplificato tensioni che esistevano da mesi. Dalla famosa distribuzione dei migranti tra gli Stati membri alle discussioni per allentare le strettissime maglie del rapporto deficit su pil, gli assist di Conte all’Ue sono sempre finiti nel vuoto più totale. Risultati ottenuti: pochini, considerando i nodi ancora da sciogliere.

Negli ultimi giorni Conte ha provato a guidare il fronte degli anti rigoristi contro la Germania e i governi nordici. Il premier italiano ha firmato una lettera – assieme ad altri otto leader europei, tra cui Macron – con la quale veniva espressamente richiesto al Consiglio europeo di utilizzare lo strumento dei coronabond. Lo stesso Conte, inoltre, batteva i pugni sul tavolo lanciando un ultimatum all’Ue e minacciando di arrivare a “un punto di non ritorno”.

Conte abbassa i toni

È cambiato qualcosa? La posizione dell’Europa è rimasta tale e quale. Semmai è Conte che sembrerebbe aver abbassato i toni. La conferma arriva leggendo il contributo scritto dal presidente del consiglio italiano per il settimanale tedesco Die Zeit. Altro che rottura con l’Europa. Conte ha spiegato che nella crisi provocata dalla pandemia di coronavirus, l’Unione europea deve dimostrare di essere tale: “Se siamo Unione è il momento di dimostrarlo”. Non solo. Conte chiede a Germania ed Europa di garantire maggiore sostegno per l’Italia e che la condotta dell’Ue sia “commisurata alla sfida del momento”.

In pochi giorni il governo italiano è passato dal voler rovesciare il tavolo a chiedere aiuto all’Europa in modo cortese e diplomatico. L’analisi di Conte continua. Riassumendo, nessun paese dovrà poter trarre vantaggio da questa situazione “per scaricare sulle spalle di altri propri oneri del passato” e, in ogni caso, non sarebbe questo il proposito del governo italiano. Semplicemente, a detta del premier nostrano, ogni Stato membro deve avere la possibilità di far leva sulla forza di tutta l’Ue per contrastare le conseguenza della pandemia attraverso finanziamenti a lungo termine a bassi tassi di interesse.

La chiusura è dedicata a Berlino. Visto che Germania e Italia sono strettamente interconnesse e i loro cicli economici “fortemente sincronizzati”, fa capire Conte al governo tedesco, se un paese dell’Ue “rimane indietro, tutti gli altri si indeboliscono”.

Infine, in un’intervista rilasciata alla tv tedesca Ard, Conte ha direttamente rassicurato il popolo tedesco: “Vorrei ricordare che questo meccanismo, le obbligazioni in euro, non significa che i cittadini tedeschi dovranno pagare anche solo un euro di debito italiano. Significa solo che agiremo insieme per ottenere migliori condizioni economiche, di cui tutti beneficiano. L’Italia i debiti propri li ha sempre pagati e continuerà a pagarli, secondo, è vero che ha avuto tensioni finanziarie dopo la crisi 2008-2009 ma da allora al 2011 ha sempre avuto un avanzo primario positivo e il suo pil è sempre stato superiore all’1,5% di media”.

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