Stretto di Messina, la situazione si sblocca. La furia del sindaco: «È stata una vergogna di Stato»


Immagini devastanti quelle delle persone bloccate al porto di Villa San Giovanni. Immagini che il sindaco di Messina, Cateno De Luca, rispedisce al mittente. La situazione si sblocca, il primo gruppo ha messo piede in Sicilia. Ma arrivano altre auto. A tarda notte la soluzione per le oltre cento persone bloccate a Villa San Giovanni, in attesa di potersi imbarcare per la Sicilia. Dopo quasi tre giorni di ingorgo burocratico, politico e istituzionale, attorno alle 2 hanno avuto l’autorizzazione a salire sul traghetto

Il sindaco di Messina: «È una vergogna di Stato, non ci sto»

È una furia il primo cittadino. In una lunga diretta Facebook non fa sconti a nessuno. «Io non sono mai stato contrario a far passare questa gente», dice. «È ostaggio della burocrazia e della malapolitica. Siamo davanti a una vergogna di Stato, alla quale non ho contribuito e non voglio contribuire».

La proposta per l’attraversamento dello Stretto

Ad alcune persone è stato consentito l’attraversamento dello Stretto. Momentaneamente hanno trovato posto «all’hotel Europa e a Tremestieri. In una nota inviata a tutte le autorità competenti, il sindaco di Messina propone una soluzione per i viaggiatori che devono andare da un capo all’altro dello Stretto. «Vanno identificati tutti. Bisogna raccogliere la dichiarazione della località di destinazione», dice.

Scortare i passeggeri fino alla destinazione finale

«La nostra idea è quella di contattare i sindaci dei vari Comuni per informarli dell’arrivo dei passeggeri. Che dovranno essere  scortati sino alla destinazione finale. Qui la Polizia municipale si dovrà occupare di vigilare perché venga rispettata l’autoisolamento. Ecco la nostra proposta».

«A Messina non abbiamo bisogno di altri burocrati»

«Ho sentito alcuni miei ex colleghi parlamentari all’Ars chiedere di dichiarare Messina “zona rossa”», continua. «Faccio loro i miei complimenti. Noi già stiamo morendo per la burocrazia. Non credo sia questo il momento giusto per avere a che fare con qualche altro burocrate che, al di là dell’indennità, non mette la faccia e non si assume alcuna responsabilità. Non abbiamo bisogno adesso di un’ulteriore sovrastruttura con cui avvelenarci».

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