Coronavirus, Giuseppe Conte e l’ultimatum al Consiglio europeo: “Dieci giorni per una proposta o l’Italia farà da sola”

Metaforicamente Giuseppe Conte batte i pugni sul tavolo nel corso della video conferenza del Consiglio europeo. Gli ultimi appelli alla collaborazione devono aver fatto bene al premier, che ha portato avanti anche la linea dei partiti di opposizione: eliminazione di qualsiasi riferimento al Mes (ottenuta dagli sherpa italiani) e soluzione adeguata all’emergenza dovuta dall’epidemia di coronavirus. Stando a quanto si apprende a Bruxelles da fonti diplomatiche, Conte ha rifiutato la bozza delle conclusioni del Consiglio Ue e ha posto un ultimatum: in accordo con il premier spagnolo, Pedro Sanchez, l’Italia ha dato dieci giorni di tempo alle istituzioni europee per battere un colpo e tornare con una proposta che incontri le esigenze del Paese e di gran parte dell’Europa.

“Una risposta forte – ha dichiarato Conte durante il vertice – e adeguata la dobbiamo ai nostri cittadini. Che diremo se l’Europa non si dimostra capace di una reazione unitaria, forte e coesa di fronte a uno choc imprevedibile e simmetrico di questa portata epocale?”. Il premier sostiene che strumenti elaborati in passato non sono adeguati per una tale situazione: “Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato, allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve li potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno. Le conseguenze del dopo Covid-19 vanno affrontate non nei prossimi mesi, ma domani mattina”.

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