Coronavirus, emergenza “fino al 31 luglio”. L’ennesima bozza che semina il panico

Roma, 24 mar – Il governo giallofucsia è pronto a prorogare fino a un tempo davvero prolungato le restrizioni per l’emergenza coronavirus, se dovesse rivelarsi necessario. A quanto pare, infatti, sono prorogabili fino al 31 luglio le misure per il contenimento dei contagi di Covid-19. Una bozza che ora sta circolando, alimentando i timori degli italiani chiusi in casa e che potrebbe scatenare il panico, se venisse interpretata come una proroga già decisa per altri quattro mesi e più della serrata generale. Ragion per cui il governo deve chiarire quanto prima – con una comunicazione ufficiale univoca – che si tratta di ipotesi allo studio e di eventualità prese in esame qualora non si riuscisse a contenere l’epidemia.

“Misure reiterabili di 30 giorni in 30 giorni, fino al 31 luglio 2020”

In sostanza, secondo il documento che sta rimbalzando sui media, le varie strette già in vigore, dal divieto di uscire di casa alla chiusura di parchi e giardini, alle restrizioni sugli spostamenti, “possono essere adottate per periodi predeterminati, ciascuno di durata non superiore a trenta giorni, reiterabili e modificabili anche più volte fino al 31 luglio 2020 e con possibilità di modularne l’applicazione in aumento ovvero in diminuzione secondo l’andamento epidemiologico del predetto virus“. E’ quanto si legge nella bozza del decreto legge, di cui ha preso visione l’AdnKronos, che a quanto pare verrà esaminata oggi nel corso del Consiglio dei ministri, previsto per le 14.

Le indicazioni per le Regioni

Nello specifico, un passaggio della bozza prevede che le Regioni, in base all’evolversi in meglio o in peggio del rischio sanitario sul proprio territorio o in una parte di esso, possono introdurre oppure sospendere, “limitatamente a detti ambiti territoriali, l’applicazione di una o più delle misure” di contenimento. “Qualora tali misure – si legge nella bozza – si applichino su tutto il territorio regionale, ovvero su oltre la metà di esso o a oltre la metà della popolazione residente nella regione, la loro efficacia è limitata a sette giorni e, entro ventiquattro ore dalla loro adozione, è formulata proposta al Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi dell’articolo 3, comma 1, per la loro conferma con il decreto ivi previsto”. Le misure “non possono essere in alcun caso reiterate” altrimenti “sono inefficaci”, si precisa nella bozza del decreto.

Anche i sindaci possono decidere se introdurre o sospendere le misure

Anche il sindaco “può introdurre ovvero sospendere nel territorio comunale, con propria ordinanza, l’applicazione di una o più delle misure” con ordinanza “efficace per sette giorni” che “entro ventiquattro ore dalla sua adozione è comunicata alla Regione che, negli stessi sette giorni, può confermarne l’efficacia per trenta giorni, rinnovabili”. Tali misure “possono essere in alcun caso reiterate e, ove non confermate dalla Regione secondo quanto ivi previsto, perdono comunque efficacia allo spirare del settimo giorno”. In sostanza, come i governatori a livello regionale, così i sindaci sul territorio amministrato possono decidere se applicare o meno le ordinanze, sempre di concerto con la presidenza della Regione.

Esercito a disposizione dei prefetti

Sempre tra le misure in bozza, quella relativa all’impiego dell’Esercito. I prefetti potranno infatti disporre dei militari informando preventivamente il Viminale, per “assicurare l’esecuzione delle misure di contenimento”. In sostanza le unità delle Forze armate svolgerebbero compiti di agenti di pubblica sicurezza. Una circolare del ministero dell’Interno stabilisce inoltre che gli stessi prefetti, di concerto con le amministrazioni locali e con il governo nazionale, “potranno disporre la chiusura di ulteriori impianti produttivi e aziende qualora ne ravvisino la necessità”.

Multe fino a 4mila euro per chi va in giro senza permesso

Come era stato annunciato, sono inoltre previste anche multe più salate per i “furbetti” che violano le restrizioni sugli spostamenti. Sono previste multe più salate, da 500 a 4mila euro per chi non rispetta le misure, multe che vanno a sostituire l’ammenda di 206 euro prevista finora per i trasgressori (e un po’ troppo complicata da infliggere). La confisca del veicolo, “da uno e tre mesi”, è stata invece, almeno per adesso, cassata dal testo, ma – spiega una fonte di governo all’AdnKronos – “non è escluso che venga riconsiderata dal Cdm di oggi”.

Adolfo Spezzaferro

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