Roberto Burioni: “Politica folle e autolesionista, bisogna fare i tamponi per il Covid-19 solo a chi è guarito”

C’è molta confusione sulla necessità di fare i tamponi per il coronavirus. Chi va sottoposto ai test? Bisogna farli a tappeto o no? Roberto Burioni, sul suo sito Medical Facts cerca quindi di fare chiarezza: “In alcune zone del nostro Paese la diffusione dell’infezione è tale da rendere i tamponi poco utili: considerando la diffusione del coronavirus e la frequenza delle infezioni asintomatiche, delle quali abbiamo già parlato, è corretto assumere che ogni singola persona possa essere infettiva. Fare il tampone, dunque, in questo momento non servirebbe a fermare l’epidemia, che può essere arrestata solo e solamente dal nostro restare a casa”.

Insomma, è quanto Burioni va ripetendo dall’inzio: c’è una sola soluzione, isolarsi. “Al contrario, ci sono molti pazienti – io stesso ne seguo telefonicamente una ventina –  che hanno contratto certamente il coronavirus (la sintomatologia non lascia dubbi) e che al momento sono, con sintomi più o meno lievi, isolati a casa loro, attendendo la guarigione. Fargli il tampone servirebbe a poco, se non a esporre a rischi l’operatore sanitario”.

Sicuramente, conclude Burioni, “una volta guariti questi pazienti dovranno tassativamente essere sottoposti a tampone, perché solo quando saranno risultati negativi – e non elimineranno più il virus – potranno uscire dall’isolamento in tutta sicurezza. Mi si dice che questo non potrà avvenire, in quanto mancando un tampone positivo non potrà essere eseguito un tampone (in realtà ne serviranno due, a distanza di almeno due giorni) per verificarne la guarigione. Se così fosse sarebbe una politica folle e autolesionista”.

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