Attilio Fontana, coronavirus: “A Roma non capiscono, perché a Milano temiamo il peggio”

In conferenza stampa, Angelo Borrelli ha chiesto di frenare sulle polemiche. Il riferimento in primis alla Lombardia, dove le accuse della regione a Roma per la gestione dell’emergenza coronavirus si fanno sentire: Giulio Gallera, sabato sera, ha parlato chiaro. E per cercare di sopperire a una gestione inadeguata, il governatore Attilio Fontana ha ingaggiato Guido Bertolaso. Ma non solo. Oggi, domenica 15 marzo, il leghista suona la sveglia al governo e a Roma in una durissima intervista concessa a Repubblica, che dà anche il titolo di apertura del quotidiano, che di per sé parla chiarissimo: “A Roma non capiscono”.

“Credo che ci sia una percezione sbagliatissima a Roma e non solo – attacca Fontana -. Sentivo in tv un medico di Genova, faceva i discorsi di chi non ha coscienza di cosa succede, perché la situazione è oggettivamente gravissima, il virus è subdolo, scompare e ricompare e colpisce duro. Siamo agli sgoccioli dei letti per la terapia intensiva, l’assessore mi dice che sono poche decine. Per questo noi avevamo fatto alla Protezione civile una proposta e ci avevano appoggiato. Loro avrebbero recuperato personale e ventilatori, noi i locali preparati come un reparto ospedaliero. Abbiamo già il progetto di massima al Padiglione 1 e 2 della Fiera. Ora non è colpa di nessuno e i ventilatori non si trovano e i medici mancano”, rimarca il governatore. 

Dunque, il leghista fotografa in poche parole l’assoluta gravità della situazione. Quando gli chiedono perché a Milano si tema il peggio, risponde chiaro e tondo: “L’analisi delle curve del contagio parla della necessità – e secondo me è questo il dato che fuori dalla Lombardia non percepiscono esattamente – di un grande centro di rianimazione. Il virus al 90% dei casi non è grave, ma a un 10% della popolazione causa una gravissima polmonite. Per questi malati serve un letto per la rianimazione, anche per una dozzina di giorni – ricorda -, e la crescita dei contagi porta all’esaurimento dei letti. Noi in due settimane ne abbiamo creati 300, e li abbiamo aggiunti ai 650 che già c’erano, puoi fare miracoli ma esistono studi seri che parlano di 4mila persone da ricoverare in terapia intensiva in Italia a breve”, conclude Fontana. Insomma, l’appello a Roma e al governo è chiaro: così non si può andare avanti.

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