C’è il coronavirus, ma l’Ue multa l’Italia: 7,5 milioni per aiuti illegittimi agli hotel sardi

Roma, 12 mar – “Siamo tutti italiani”, ha tuonato ieri Ursula von der Leyen in un videomessaggio. Il presidente della Commissione europea ha voluto esprimere così la sua vicinanza alla nostra nazione messa a dura prova dal coronavirus. Bella frase, peccato che dall’Ue al momento non si è visto il becco di un quattrino. Anzi, nonostante la drammatica crisi sanitaria (e di conseguenza economica) ci viene chiesto pure di sottoscrivere l’approvazione del Mes, riforma che ci taglierebbe definitivamente le gambe.

Come se non bastasse, la “provvidenziale” Corte di Giustizia dell’Ue ha condannato l’Italia: dobbiamo pagare 7,5 milioni di euro come somma forfettaria, a cui si aggiungono 80mila euro al giorno a partire da oggi, perché non abbiamo recuperato gli illegittimi aiuti di Stato concessi agli alberghi sardi. Illegittimi perché dichiarati tali dalla Commissione europea nel 2008. Ma come, proprio adesso che abbiamo quanto mai bisogno di soldi Bruxelles ci rifila una multa milionaria? Ma certo che sì. E non solo, come riportato da L’Unione Sarda, smetteremo di pagare gli 80mila euro al giorno soltanto quando avremo recuperato i 13,7 milioni di aiuti per gli hotel della Sardegna giudicati incompatibili con il diritto Ue. “I giudici italiani non possono disporre alcuna sospensione del recupero degli aiuti”, fa sapere la Corte di Giustizia.

Ecco come ci tratta l’Ue

I magistrati europei hanno specificato inoltre che il Tribunale dell’Unione europea ha respinto il ricorso volto all’annullamento della decisione della Commissione del 2008. Dunque, pur riconoscendo gli sforzi compiuti dall’Italia nel cercare di recuperare i soldi degli aiuti in oggetto, la Corte europea ritiene assolutamente adeguato infliggere la sanzione pecuniaria all’Italia. Sempre secondo i giudici della Corte di Giustizia Ue, l’entità di questa sanzione è assolutamente congrua perché il Pil dell’Italia nonostante sia “diminuito durante il 2008, il 2009, il 2012 e il 2013”, adesso sarebbe “in aumento dal 2015”. Insomma in pieno dramma sanitario ed economico, questo è il trattamento che ci sta riservando la tanto decantata (non da noi, ovviamente) Unione europea.

Eugenio Palazzini

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