Tenta di rapinare un carabiniere a Napoli: ucciso ragazzo di 15 anni

Napoli, 1 mar – La notte scorsa a Napoli un ragazzo di 15 anni ha tentato di rapinare un carabiniere in borghese nella zona di Santa Lucia. Il militare ha reagito e il 15enne è stato ferito a colpi di pistola al capo e al torace. Soccorso e ricoverato in Rianimazione all’ospedale Vecchio Pellegrini, è morto poco dopo in ospedale. Secondo le prime ricostruzioni investigative il ragazzo, pistola in pugno, avrebbe aggredito il carabiniere fuori servizio che si trovava in auto con la fidanzata e stava parcheggiando in via Santa Lucia. Il 15enne avrebbe puntato l’arma contro il finestrino della macchina, cercando di impossessarsi di un orologio Rolex. Il militare avrebbe dichiarato di aver sentito “scarrellare” la pistola e a quel punto ha estratto la sua arma di servizio, aprendo il fuoco. Stando sempre alle prime ricostruzioni investigative, il ragazzo che ha tentato la rapina non era solo e nella notte si sarebbe costituito un suo complice, anche lui minorenne.

Pronto soccorso devastato 

La drammatica vicenda sta generando una situazione a dir poco preoccupante. All’alba di stamani il Pronto soccorso dell’ospedale partenopeo in cui è deceduto il giovane, fa sapere la Asl, è stato devastato dai parenti della vittima. Il servizio di conseguenza è stato sospeso e i pazienti sono stati trasferiti in altri reparti e in altri ospedali. “La notte scorsa, dopo il decesso di un minorenne arrivato in pronto soccorso con ferita da arma da fuoco, il Pronto soccorso del presidio ospedaliero dei Pellegrini è stato devastato dai familiari e amici del ragazzo. Un fatto gravissimo per il quale esprimo solidarietà a tutti i nostri dipendenti che ancora una volta sono stati vittime di insulti e minacce, e ancora una volta hanno continuato, nonostante tutto, a prestare assistenza ai pazienti”. E’ quanto dichiarato dal direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, che ha constatato “gli ingenti danni ad arredi e attrezzature” e “l’assenza di condizioni igienico-sanitarie” determinata da quanto successo. “Sono stato costretto – ha detto Verdoliva – a chiudere il Pronto Soccorso. Quanto è accaduto ha di fatto creato condizioni che impediscono lo svolgimento delle attività assistenziali di emergenza in condizioni di sicurezza, sia per i pazienti che per gli operatori”.

Alessandro Della Guglia

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