La zia del 15enne ucciso a Napoli: “Non rubava, aveva paura delle armi”

“Ugo era un ragazzo buonissimo, non rubava. Aveva paura delle armi. Ma quale conflitto a fuoco, hanno sparato per ucciderlo”.

A parlare è la zia del 15enne morto a Napoli durante un tentativo di rapina ai danni di un carabiniere fuori servizio.

Secondo le prime ricostruzioni, il militare, in abiti civili, si trovava in auto con la sua fidanzata nella zona di Santa Lucia quando sarebbe stato affiancato al semaforo da uno scooter con in sella due ragazzi. I due giovani a volto coperto avrebbero tentato di rapinare la coppia. In particolare, il 15enne avrebbe puntato la pistola alla tempia del militare per sottrargli l’orologio. Dopo essersi qualificato come carabiniere, l’uomo gli avrebbe sparato diversi colpi con la pistola d’ordinanza. Il giovane è deceduto poco dopo all’ospedale Pellegrini dove si è scatenata la furia dei familiari che hanno devastato tutto il pronto soccorso.

Le forze dell’ordine sono al lavoro per ricostrure nel dettaglio quando accaduto nella notte. E intanto la famiglia del 15enne si è scagliata contro il militare. Prima le pesanti accuse del padre: “Il carabiniere gli ha sparato dietro alla testa, mentre Ugo stava scappando. Voleva ucciderlo”. Poi le parole della zia del giovane ai micirofoni di Fanpage. “Tu sai sparare, hai la mira buona – ha tuonato la donna contro il carabiniere -. Se non lo volevi uccidere gli sparavi alle gambe, non alla testa o al torace. Hai puntato per ucciderlo e ora la devi pagare con la giutizia”. La donna ha poi contestato la ricostruzione, ancora parziale, della scosa notte. “Ugo era un ragazzo buonissimo. Andava a lavorare, faceva di tutto ma non rubava. Aveva paura delle armi, è inutile che parlino di conflitto a fuoco. Mio fratello ha dei precedenti che risalgono al 2004, ma non con le armi, e non è giusto che mio nipote paghi con la vita per niente. Adesso si vogliono giustificare parlando di conflitto a fuoco”.

“Ugo era un ragazzo bravo, timido. Se lo incrociavi per strada e lo salutavi, lui abbassava lo sguardo”, ha spiegato tra le lacrime. Infine la donna si è rivolta ancora al carabiniere. “Devi dire la verità, hai 28 anni, passati una mano sulla coscienza. Anche tu avrai dei figli e potranno capitarti problemi economici che ti potrebbero portarti a fare qualche reato. Mio nipote te lo porti sulla coscienza, avresti potuto sparargli alle gambe e invece hai puntato alla testa e al torace, per ucciderlo. Devi pagare con la giustizia. Noi vogliamo giustizia”.

il giornale.it

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