La Milano internazionale cancellata dal virus Un crollo del 50% in alberghi e ristoranti

Milano Il rito dell’happy hour sospeso dal «coprifuoco» che scatta dalle 18 (almeno fino a domenica, ma potrebbe proseguire) e ristoranti che in pausa pranzo e a cena non se la passano meglio, perchè Milano si è svuotata a prescindere dall’ordinanza regionale che ha messo in stand by le forme di «aggregazione collettiva».

Sono saltate fiere, eventi, migliaia di pendolari lavorano in modalità smart working (da casa). Non c’è neanche l’umore giusto per fare movida. Epam-Confcommercio che è in contatto costante con gli associati stima già un crollo del 45-50% di fatturato per il settore dei pubblici esercizi, intorno ai 3 milioni di euro al giorno. Una perdita media che bar e ristoranti prevedono in aumento andando verso il weekend. Duomo, Teatro alla Scala, musei, cinema sono stati costretti a chiudere, rimangono semideserti anche i tavolini dei ristoranti della Galleria Vittorio Emanuele, dove qualche locale storico ha contato il 50% in meno di incassi e ammette che se l’emergenza Coronavirus e le cancellazioni dovessero proseguire abbasserà la serranda («sembra un incubo»). In corso Buenos Aires, la via dello shopping più lunga d’Italia, i negozi stanno registrando «un 30% di scontrini in meno» riferisce il presidente di Ascobaires-Confcommercio, Gabriel Meghnagi. Il mondo produttivo si adegua ma è infuriato: «O non ci stanno dicendo tutto o si sono misure precauzionali eccessive, che rischiano di mettere in ginocchio la nostra economia».

Settimana della moda sottotono e chiusa con sfilate a porte chiuse. Rinviate a data da destinarsi la fiera dell’occhialeria Mido e il salone del verde «My Plant & Garden» in programma a Rho-Pero, stop all’edizione 2020 di Connext Confindustria, annullate gare sportive (compreso il trofeo di nuoto Città di Milano), l’elenco degli eventi saltati è lungo e in continuo aggiornamento, ieri rinviato di due mesi, a giugno invece che ad aprile, il salone del Mobile. Il settore alberghiero che sta pagando carissimo l’effetto virus. Maurizio Naro, presidente Apam (Associazione albergatori Milano) non usa mezzi termini: «La situazione è drammatica, si sta uccidendo la capitale economica italiana, considerata come se fosse l’epicentro della zona rossa». La settimana è iniziata con «una media del 40/50% delle prenotazioni cancellate, e la restante metà è costituita per il 30/40% da convenzioni aziendali, se non hanno ancora annullato le camere temiamo lo faranno a breve perchè stanno saltando fiere ed eventi e le imprese promuovono lo smart working». E ancora emerge la sensazione che si siano prese contromisure eccessive o che il governo abbia gestito male la comunicazione. «É strano che altri Paesi con aeroporti molto più grandi e trafficati dei nostri non abbiano situazioni simili – afferma Naro -, dovremmo domandarci se anche gli altri Stati stiano eseguendo tanti controlli con i tamponi, se le notizie non siano date in modo fin troppo sensazionalistico». Per reggere il colpo i grandi e medi hotel stanno chiudendo alcuni piani e anticipando le ferie ai dipendenti, le strutture più piccole valutano anche a chiusura.

il giornale.it

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