Ecco il piano per smontare i decreti sicurezza di Salvini

Lo si era già intuito e scritto da tempo: il governo aspettava solo un segnale dalle elezioni in Emilia Romagna per tornare alla carica su un tema, quale quello dell’immigrazione, in cui è lo scontro con Salvini appare molto più netto.

Del resto, da una maggioranza creata con l’unico scopo di contrastare il leader della Lega, prima o poi ci si doveva attendere una virata verso quella tanto decantata “discontinuità” chiesta in primo luogo dall’area più a sinistra del Pd. Ed ora l’operazione sembra essere andata parzialmente in porto: nel primo vertice di maggioranza post “mini crisi” con Renzi, Luciana Lamorgese è pronta a presentare i “nuovi” decreti sicurezza.

Le norme volute principalmente da Matteo Salvini durante il primo governo guidato da Giuseppe Conte, adesso verranno modificate. E già qui, come scritto nei giorni scorsi, ben si evidenzia il lavoro di mediazione occorso in questi mesi per arrivare al risultato: dalla parte più “rossa” della maggioranza giallorossa si è sempre chiesto, ed in parte lo si fa ancora in queste ore, la totale cancellazione dei decreti sicurezza.

Si procederà, almeno secondo le intenzioni dell’attuale ministro dell’interno, ad una revisione che però in gran parte sembra andare quanto meno incontro alle richieste delle aree più a sinistra della coalizione di governo.

Focus ovviamente sulle norme del decreto che riguardano l’immigrazione. Qui l’esecutivo ha potuto usare come ombrello le osservazioni mosse dal Quirinale in sede di approvazione delle norme volute da Salvini. Il presidente Mattarella, in particolare, lo scorso anno ha chiesto di tener conto degli obblighi costituzionali ed internazionali e, in particolare, “quanto direttamente esposto dall’articolo 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall’Italia”.

Sui rilievi si è potuta trovare convergenza con il Movimento Cinque Stelle il quale, specialmente con Di Maio in sella, ha sempre trovato inopportuno politicamente andare subito ad incidere sui decreti sicurezza. Sia perché i grillini li hanno votati appena 6 mesi fa, sia perché ben si comprende come andare contro tali norme non risulti una mossa elettoralmente convincente.

Ma ormai l’esecutivo è deciso ad accelerare sui piani della Lamorgese. Ed il Movimento, dal canto suo, può comunque richiamarsi proprio ai rilievi di Mattarella per giustificare l’adesione alla discontinuità voluta in primis dal Pd.

Sull’immigrazione, in particolare, si andrà verso un ridimensionamento delle multe nei confronti delle Ong, che scenderanno ad un minimo di 10.000 Euro per arrivare ad un massimo di 50.000 Euro. Poi, importante appare anche la norma relativa alla confisca delle navi delle organizzazioni non governative: quest’ultima potrebbe scattare, com’era prima del decreto sicurezza, solo in caso di reiterazione del reato e non alla prima violazione.

Dovrebbero inoltre essere allargati i casi relativi alle cosiddette “protezioni speciali”, anche se al momento non si parla di un ritorno ai permessi umanitari aboliti da Matteo Salvini. Nel nuovo decreto, spazio anche alla possibilità per il richiedente asilo di iscriversi all’anagrafe e di godere quindi di tutti i servizi legati alla residenza, dalle prestazioni sanitarie alla possibilità di aprire un conto in banca.

L’operazione politica è dunque chiara: da un lato evocare la discontinuità da Salvini, dall’altro evitare brusche accelerazioni su cui invece preme ancora oggi la parte più a sinistra del Pd e contro le quali i grillini potrebbero alzare le barricate. Le nuove norme, che potrebbero poi essere portate in consiglio dei ministri nelle prossime settimane, sarebbero il frutto di un compromesso volto a dare un preciso segnale politico anti salviniano, demolendo l’impianto voluto dall’ex ministro dell’interno, senza tuttavia arrivare a sposare a 360 gradi le linee più intransigenti interne alla maggioranza.

il giornale.it

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