Potenza, paura al Cpr: scoppia rivolta dei migranti contro rimpatrio

Paura nella notte al Cpr di Palazzo San Gervasio (Potenza), dove si è scatenata un’autentica rivolta finalizzata ad impedire che alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine provvedessero al rimpatrio di sei nigeriani.

Stando a quanto riferito dai quotidiani locali, tre carabinieri e due poliziotti si stavano accingendo a scortare via gli stranieri destinati a fare ritorno al loro paese d’origine, quando all’interno della struttura è divampato un incendio.

Per evitare che le autorità potessero procedere con la procedura di rimpatrio, qualcuno ha infatti avuto l’idea di appiccare fuoco alla mobilia presente in due degli edifici abitativi del centro.

Ad aggravare ulteriormente la situazione, oltre al violento rogo da sedare, le autorità sono state prese d’assalto da un gruppo di rivoltosi.

I cinque uomini in divisa sono stati brutalmente aggrediti, e bersagliati con ogni genere di oggetto.

Immediato l’intervento dei rinforzi, accorsi in difesa dei colleghi. Sul posto si sono presentati la polizia scientifica ed i vigili del fuoco, che hanno spento l’incendio.

Sedata la ribellione, è stato possibile risalire in breve ai diretti responsabili. Si tratta di almeno una quindicina di richiedenti asilo che, saliti su un tetto, hanno attaccato le forze dell’ordine per impedire che queste adempiessero al loro dovere.

Fra i sovversivi, due connazionali dei sei nigeriani destinati al rimpatrio, un 23enne ed un 38enne, i principali istigatori della sommossa. Con l’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato, la coppia di facinorosi è finita in manette.

Gli agenti ed i militari aggrediti hanno fortunatamente riportato solo qualche lieve ferita. Gravi i danni in alcuni locali del centro, che sono stati letteralmente devastati.

Oltre al fuoco ed alle suppellettili distrutte, si parla anche di alcuni corridoi rimasti allagati.

Immediato l’intervento dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi), che come riportato su “Barilive”, ha commentato: “Rivolte e proteste all’interno dei centri di permanenza per i rimpatri (CPR) di Bari e di Potenza hanno portato alla luce per l’ennesima volta l’inadeguatezza delle politiche repressive italiane in materia di immigrazione. Ricordiamo che i CPR sono strutture di detenzione amministrativa riservate esclusivamente alle persone straniere che, pur non avendo commesso alcun reato, sono prive di permesso di soggiorno. È significativo che le proteste di Bari e Potenza siano esplose a pochi giorni dalla conversione in legge del d.l. 113/2018, ovvero del cd. Decreto sicurezza voluto dall’attuale Governo italiano”.

Fonte: ilgiornale

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