Nel 2018 Bill Gates diceva: “Un virus dall’Asia farà milioni di morti”

Se il coronavirus dovesse diffondersi anche in Africa la situazione sarebbe “più drammatica che in Cina”. Lo ha sottolineato il fondatore di Miscrosoft, Bill Gates, intervenendo a Seattle ad una conferenza della American Association for the Advancement of Science. “Ci sono molte cose che non sappiamo sull’epidemia in corso, ma molto di quello che sappiamo dimostra che potrebbe essere, se si diffonderà nell’Africa sub sahariana o nell’Asia meridionale, particolarmente drammatica”, ha detto Gates, sottolineando di non voler con questo “minimizzare” quanto sta accadendo in Cina.

L’allarme di Bill Gates: arriverà un virus da 30 milioni di morti

La fondazione filantropica di Gates e la moglie Melinda ha destinato 100 milioni di dollari per la lotta all’epidemia e la ricerca di un vaccino. Da alcuni anni, il fondatore di Windows è impegnato in quella che sembrava una crociata apocalittica.  Il miliardario americano ha reiterato l’allarme due anni fa, a un incontro organizzato dal New England Journal of Medicine. Durante il suo intervento Gates ha presentato una proiezione dell’Institute for Disease Modeling di Washington secondo cui un eventuale nuovo virus influenzale pandemico come quello del 1918 causerebbe appunto almeno 33 milioni di morti nei primi sei mesi, con tanto di simulazione dell’andamento.

La profezia di Bill Gates: il virus arriverà dall’Asia

La culla più probabile sarà l’Asia, diceva nel 2018 Gates. Secondo la simulazione basterebbero pochi giorni per avere casi in tutto il mondo. Lo scenario, ha precisato Gates, è verosimile entro i prossimi dieci anni, e non necessariamente riguarda un virus influenzale. La probabilità che una malattia del genere appaia continua a salire, ha sottolineato il magnate. Nuovi patogeni, come il recente virus Mers o la Sars, emergono spesso con l’aumento della popolazione che erode gli ambienti ancora selvaggi. Inoltre sta diventando sempre più facile per singoli individui o piccoli gruppi creare armi batteriologiche che si possono diffondere per il mondo. «Un piccolo gruppo potrebbe costruire una forma ancora più letale di vaiolo in laboratorio.  E in un mondo interconnesso le persone prendono spesso l’aereo, saltando da un continente all’altro nell’arco di poche ore».

L’intervista al “Washington Post”

Eppure, nonostante gli allarmi, aveva sottolineato il fondatore di Microsoft, il mondo non sembrava preoccupato. «Se qualcuno dicesse ai governanti mondiali che sono in costruzione armi che potrebbero uccidere 30 milioni di persone ci sarebbe un senso di urgenza nel prepararsi per la minaccia – ha affermato Gates, citato dal Washington Post – In caso di pericolo biologico invece questo senso d’urgenza non c’è. Il mondo deve prepararsi a questa eventualità come si prepara per la guerra». Col senno di poi, è una profezia che sembrava evocare il coronavirus.

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