Foibe, l’incubo di Nino Benvenuti: “La notte mi torna in mente quell’orrore”

Nel Giorno del Ricordo delle Foibe, calpestato dalle provocazioni di sinistra, arriva la denuncia del pugile italiano più forte di tutti ik tempi. “Un vero e proprio incubo che, ancora oggi, alcune notti, torna ad angosciarmi. Le foibe sono una storia di violenze e crimini gratuiti. Orrore puro”. Lo afferma Nino Benvenuti, pugile che ha fatto di Trieste la sua seconda casa, ma è nato a Isola d’Istria nel 1938, in un’intervista al quotidiano ‘Il Giornale‘. “Si viveva nell’angoscia di essere sequestrati o uccisi da un momento all’altro, per ‘italianismo’. – racconta il campione del mondo dei pesi medi -. Se Hitler fu il male assoluto, Ozna, la polizia segreta di Tito, e Foibe non sono stati certo da meno”. Il pugile ha recentemente presentato un volume a fumetti su quella tragica vicenda.

Il racconto horror di Nino Benvenuti

“Fu bruttissimo per tanti istriani non venire accettati e sentirsi degli esuli in patria – continua Benvenuti – Per me lasciare Isola, il mio ‘scoio’ sul mare è un dolore che porto dentro da sempre – spiega la leggenda del pugilato – Non ho mai voluto strumentalizzare queste tragiche vicende o definirmi esule prima degli incontri come una medaglia. Ma sono sempre stato orgoglioso di essere un italiano d’Istria”.

La beffa dei risarcimenti

In merito ai beni abbandonati della famiglia Benvenuti sono stati risarciti “poche centinaia di euro, una beffa, una somma ridicola – dice Benvenuti – Meglio non pensarci”.

E sul fatto che la tragedia delle foibe è stata celata per decenni afferma che “da parte degli esuli, me compreso, per paura. Da parte della storia… “bah, che dire, è un buco nero“.

E per questo il pugile ha aderito all’idea del libro illustrato sulla sua storia istriana con “il sogno che venga diffuso nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle palestre, nei centri di aggregazione giovanili”. L’esule campione sa che prima o dopo tornerà a casa, per sempre: “Quando non ci sarò più voglio che le mie ceneri vengano sparse nel mare dal mio scoglio, lì, a Isola, dove giocavo da bambino”.

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