Il reddito minimo non basta: mandava il figlio minorenne a lavorare

Piuttosto che mandarlo a scuola, lo mandava a vendere frutta e verdura. Una mamma di 44 anni è stata denunciata dalla polizia di Librino, storico quartiere di Palermo per sfruttamento del lavoro minorile, interruzione della scuola dell’obbligo e truffa aggravata ai danni dello Stato.

La donna, infatti, dopo i controlli della polizia del commissariato di Librino, diretto dal vice questore Alessandro Berretta, percepiva il reddito di cittadinanza senza averne i requisiti.

Da Catania, dunque, emerge una nuova storia di degrado e criminalità. La donna era già stata indagata lo scorso anno per lo stesso motivo. Ora nuovamente è stata sorpresa a mandare il figlio a lavorare alle dipendenze di due venditori ambulanti abusivi per circa 2 euro l’ora. Lo faceva per “arrotondare” il reddito di cittadinanza. Sono stati indagati anche i 2 “datori di lavoro in nero” e contestualmente, il ragazzino è stato affidato alla madre che, davanti agli operatori di polizia, si è fatta consegnare la paga che aveva ricevuto: 50 euro per qualche giorno di lavoro.

Solo qualche giorno fa altra operazione della polizia di Catania a “caccia” di minori che lavorano. Sono stati così sorpresi due fratellini di 9 e 10 anni gestire, sempre nel quartiere di Librino, un bar con sala giochi e rivendita di fuochi d’artificio. Mentre due ragazzini di 11 e 17 anni sono stati sorpresi a lavorare in una officina meccanica abusiva gestita nel quartiere Zia Lisa e due fratellini minori di 10 anni che insieme con due persone vendevano abusivamente agrumi su un marciapiede di via della Concordia. I controlli della polizia cominciano sempre con le verifiche presso le scuole catanesi. In una scuola media, gli agenti hanno accertato che altri tre bambini iscritti in prima media avevano interrotto gli studi.

Il 17enne trovato a lavorare nell’officina non ha completato l’istruzione obbligatoria. L’11enne frequenta la prima media e durante l’anno scolastico in corso ha fatto oltre 20 giorni di assenza. Secondo quanto accertato, inoltre, uno dei due minorenni per riparare un camion si era recato da solo in viale Grimaldi alla guida di un ciclomotore, senza assicurazione nè revisione e senza essere in possesso della patente. L’officina era in pessime condizioni sotto il profilo della sicurezza e salubrità sui luoghi di lavoro. I proprietari inoltre gestivano illegalmente i rifiuti speciali pericolosi ed erano privi dei formulari di carico e scarico rifiuti.

Nell’officina gli agenti hanno anche scoperto cinque lavoratori in nero, tra i quali il padre dell’11enne che è stato denunciato per sfruttamento del lavoro minorile. I due titolari dell’officina meccanica sono stati anch’essi denunciati per sfruttamento del lavoro minorile con l’aggravante di averli fatti lavorare in luoghi non sicuri e insalubri e per gestione illegale di rifiuti speciali. L’attività commerciale è stata sottoposta a sequestro amministrativo. Due giorni dopo il controllo, la polizia ha accertato per due volte l’officina era regolarmente aperta. E ha sottoposto a sequestro penale l’intero immobile con l’apposizione dei sigilli. I fratellini che vendevano agrumi sono stati accompagnati a casa ed affidati ai genitori, uno dei quali era sottoposto agli arresti domiciliari. I due titolari della “rivendita” sono stati denunciati per invasione di terreni pubblici e incauto acquisto di cose di provenienza verosimilmente furtiva. In una scuola secondaria di primo grado gli agenti hanno accertato che diversi bambini iscritti in prima media di fatto avevano interrotto gli studi ed hanno denunciato due genitori per inosservanza dell’obbligo d’istruzione.

il giornale.it

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