Il ragazzo del citofono contro Salvini: “Mi ha rovinato la vita”

“Ogni giorno mi chiedo: ‘Perché proprio a me?’ Ha rovinato in cinque minuti la vita a un diciassettenne. Un politico che è venuto in periferia a suonare al citofono: ma cosa è?”.

Parla così Yassin, il ragazzo di 17 anni al quale Matteo Salvini ha citofonato in occasione della campagna elettorale per le Regionali in Emilia-Romagna, scatenando un putiferio.

Ma facciamo un passo indietro. Tutto accade al quartiere Pilastro, alla periferia di Bologna, martedì 21 gennaio: domenica 26 si sarebbe votato per eleggere il nuovo governatore. E dalle urne, come noto, è uscito vincitore il presidente dem uscente, Stefano Bonaccini, capace di spuntarla appunto su Lucia Borgonzoni, candidata del centrodestra. Accompagnato da una delegazione di residenti, il segretario della Lega – su indicazione di una signora – ha suonato al citofono di una famiglia tunisina che avrebbe legami con lo spaccio di droga.

All’Adnkronos, il capo politico del Carroccio ha spiegato: “Le forze dell’ordine fanno meglio di me il loro mestiere, quindi hanno gli elementi per decidere se quel tizio spaccia o non spaccia. Mi volevo togliere una curiosità, visto che una signora di 70 anni mi dice ‘mi minacciano di morte perché lì spacciano”. Salvini al Pilastro di Bologna citofona a famiglia tunisina: è vero che spacciatePubblica sul tuo sito

In quella casa, però, vive un padre, una madre e un figlio ancora minorenne. Che si è così difeso: “Io non faccio queste cose, mio padre lavora e a me non manca niente. Sono minorenne, vado a scuola, faccio la vita normale di tutti gli altri studenti. Io non ho mai avuto a che fare con questa gente qua. Non spaccio…come può questa venire sotto casa mia a dire che io spaccio…io devo andare a denunciare la signora che ha fatto venire Salvini a suonare a casa mia…”. Ad avere avuto pesanti problemi con la giustizia è invece il fratello maggiore, che però da tempo non vive più al Pilastro. Raggiunto da FanPage, il fratello più grande ha ammesso le colpe del passato: “Io sì che sono pieno di precedenti, ma adesso faccio il bravo e non spaccio. In passato, invece, ho fatto di tutto e di più, ma adesso lavoro e faccio il bravo”.

Yassin, ora, si è sfogato davanti ai microfoni e alla telecamere di Piazzapulita. Intervistato da Luca Bertazzoni, infatti, il 17enne ha dichiarato: “Io gioco a calcio, a Imola. Sono stato quattro anni a Sassuolo, due anni al Modena e mi hanno convocato in nazionale italiana: è stata una grandissima bella esperienza. Mai avuto precedenti, non sono uno spacciatore”.

“Perché secondo te quella signora ha portato Salvini proprio al tuo citofono?”, gli domanda il giornalista della trasmissione condotta da Corrado Formigli su La7 e il baby-calciatore risponde così: “Ogni giorno mi chiedo, perché proprio a me? Perché proprio a me? A un diciassettenne gli hai rovinato la vita in cinque minuti, da un giorno all’altro. Un politico che è venuto in una periferia così…cioè da…non so, pizzaiolo, postino, non so…a suonare per chiederti ‘tu spacci?’, ma cosa è”.

il giornale.it

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