Grillo tratta col Pd per farsi condonare una causa da 1 milione di euro

Nell’udienza istruttoria del 4 febbraio Beppe Grillo dovrà rispondere di un post pubblicato sul suo blog nel 2016.

In quell’occasione aveva attaccato pesantemente il Partito democratico dopo le dimissioni dell’allora ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi. Subito dopo il Pd aveva presentato un atto di citazione per diffamazione in cui chiedeva 1 milione di euro di risarcimento al fondatore dei 5 Stelle.

Come riporta La Verità, il padre dei grillini starebbe trattando con gli alleati dem per condonare la causa. A quanto pare, sembra che gli avvocati di Grillo abbiano chiamato il senatore del Pd Luigi Zanda, che sta seguendo la vicenda essendo un avvocato. L’obiettivo è quello di trovare un accordo. Se non verrà trovata un’intesa entro il 4 febbraio, ci sarà un rinvio e le parti avrebbero indicato il 15 dicembre 2020 come prossima data dell’udienza. Perché passerebbe tutto questo tempo? Il motivo sarebbe che gli avvocati starebbero lavorando per arrivare a un condono di tutte le contese in corso tra i due partiti. Se così fosse, Grillo non sarebbe costretto a pagare una cifra ingente mentre Pd e Movimento 5 Stelle tenteranno di risolvere tutte le case avviate durante questi anni. Si tratterebbe di un’intesa che comprende vari procedimenti e che quindi ha bisogno di tempi lunghi per essere perfezionata. E allo stesso renderebbe più solida l’alleanza giallorossa

La vicenda è nata nel marzo del 2016 quando era Matteo Renzi era premier e segretario del Pd. Tutto è nato in seguito alle dimissioni dell’allora ministro Guidi. L’imprenditrice si era fatta da parte per l’inchiesta della magistratura di Potenza, che aveva portato in carcere cinque persone e iscritto nel registro degli indagati l’ingegnere Gianluca Gemelli, compagno di Guidi. Secondo i giudici, all’epoca il governo avrebbe deciso diversi emendamenti che favorivano Gemelli e li avrebbe poi fatti approvare in Senato. A tal proposito, il fondatore dei grillini aveva scritto senza firma sul suo blog che Matteo Renzi e Maria Elena Boschi dovevano andare a casa. Come detto, il Pd aveva presentato un atto di citazione nei confronti di Grillo in quanto responsabile di quelle parole aggressive. Nella primavera del 2017 gli avvocati del comico avevano sottolineato nella loro memoria difensiva che il loro assistito non è autore, né gestore del blog e degli account Facebook e Twitter. Ora il fondatore dei 5 Stelle cercherà di arrivare a un accordo con gli alleati del Pd.

il giornale.it

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