Lucca, 42enne sotto sfratto si dà fuoco: è gravissimo

Un uomo di 42 anni di origine brasiliana si è dato fuoco nella sua abitazione subito dopo aver ricevuto una ordinanza di sfratto esecutivo da parte di un ufficiale giudiziario: ora è ricoverato in gravissime condizioni. È accaduto in una palazzina di via Torino ad Altopascio (Lucca) dove l’uomo vive in un appartamento al primo piano. Intervenuti i sanitari, l’elisoccorso Pegaso, i carabinieri e i vigili urbani. Evacuate per precauzione alcune famiglie.

La tragedia di Altipascio (Lucca)

‘Non appena appresa la notizia – spiega il sindaco di Altopascio, Sara D’Ambrosio – mi sono recata in via Torino per verificare di persona quanto stesse accadendo. L’appartamento coinvolto, l’appartamento del piano di sopra e il seminterrato corrispondente all’abitazione andata a fuoco sono inagibili. Ulteriori dettagli emergeranno nelle prossime ore, le indagini sono infatti tuttora in corso. Voglio ringraziare le persone, le forze dell’ordine e i mezzi di soccorso e intervenuti, che con tempestività hanno evitato che la situazione potesse trasformarsi in una tragedia ancora più grossa”.

Il gesto estremo dopo lo sfratto

“Una tragedia. Non c’è nessun altro termine per commentare quello che è successo ad Altopascio. Se venisse confermata la prima ricostruzione, secondo la quale il cittadino  brasiliano adesso in fin di vita si sarebbe dato fuoco dopo aver ricevuto un’ordinanza di sfratto esecutivo, alla commozione andrebbe immediatamente unita la riflessione. Una riflessione sulla capacità della nostra società di rispondere ai bisogni dei suoi cittadini più fragili. Il loro numero purtroppo continua a crescere a causa delle condizioni di precarietà economica che non accennano a migliorare”. Così il presidente delle Acli Toscana, Giacomo Martelli, sulla vicenda in provincia di Lucca. “E’ inaccettabile – sostiene Martelli – che in una delle economie più avanzate del mondo, perché ancora questa è l’Italia, una persona arrivi a darsi fuoco. È il segno di un cortocircuito, dell’incapacità di proteggere le vittime della povertà e dell’emarginazione”.

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