Ora le sardine si mettono a dettar la linea a Conte: “Vogliamo discontinuità”

Mattia Santori, uno dei leader delle “sardine”, a tutto campo durante la trasmissione Mezz’ora in Più, che va in onda su Rai3.

Il giovane attivista anti-salviniano ha già immaginato la parabola del movimento che coordina: le “sardine” . ormai è noto – si trasformeranno in una vera e propria organizzazione partitica. E l’8 marzo, stando a quanto dichiarato oggi dal coordinatore, potrebbe essere la data giusta per dare seguito alla strategia individuata. Ma c’è più di un però. Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, ha annunciato a sua volta la ricostituzione o la rivisitazione delle piattaforma piddina. Non è ancora chiaro: il Partito Democratico potrebbe cambiare nome oppure no. Il governatore del Lazio lo ha dichiarato ieri a Repubblica, specificando pure di voler aprire le porte alla “società civile”, quindi anche alle “sardine”. Ci sarà spazio anche per gli ecologisti. Diviene a questo punto legittimo domandarsi che senso avrebbero due fasi e due congressi differenziati. Per quanto Santori e gli altri capi “sardine” hanno sempre rivendicato un certo grado di autonomia rispetto al Pd e alle istanze di centrosinistra più in generale.

La “sardina” ha chiarito qual è la situazione:”In qualche modo – ha detto riferendosi alle intenzioni di Zingaretti – il Pd si è messo in discussione, ne va dato atto. E’ Il partito che ci ha dato più ascolto”, ha fatto presente, assecondando il nuovo corso che Nicola Zingaretti vorrebbe imprimere. La conditio sine qua non, però, è rappresentata dalla vittoria in Emilia Romagna, senza la quale per la sinistra il processo ricostituente diventerebbe molto più complesso. Anche Mattia Santori è consapevole del timing. Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni, oltre a strappare una storia regione rossa, potrebbero anche compromettere in maniera indiretta il percorso scelto dagli avversari. Comunque vada a finire quella tornata elettorale e qualunque sia l’operazione che ha in mente l’inquilino del Nazareno, Santori non ha dato per certa la disponibilità a prendere parte al processo di rinnovamento partitico da protagonista: “Ma – ha continuato infatti, come riportato dall’Adnkronos – è ancora troppo presto per capire se possiamo partecipare a un processo di ricostruzione del Pd”. Pure perché rimane aperta la questione dell’abolizione del Dl Salvini, su cui il governo giallorosso non è ancora intervenuto, come invece le “sardine” vorrebbero.

E l’opinione di Santori al riguardo è questa: “Non si nota discontinuità tra il governo attuale e quello precedente sul decreto sicurezza sembra stia andando come fu con il conflitto d’interessi”. Il centrosinistra, per farla breve, dovrebbe cancellare il Dl senza ragionare troppo. Parole precise, che hanno coinvolto pure il MoVimento 5 Stelle. L’antipolitica dei grillini, stando al parere che Santori ha rilasciato alla trasmissione citata, non è compatibile con la spinta idealistica dei giovani che stanno popolando le piazze in questo periodo.

il giornale.it

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