Dopo la meningite, allarme tubercolosi

Brescia – Bergamo e Brescia unite dall’emergenza sanitaria. Mentre le province fanno ancora i conti con l’allarme da meningococco, un altro spettro aleggia in Lombardia: quello della tubercolosi.

L’apprensione arriva ora dalla Franciacorta, dove tra gli atleti della squadra di basket del Rovato (che milita nel girone bergamasco di Promozione) è stata diagnosticata una tubercolosi. Così il dirigente della società locale ha deciso di rinviare le partite in programma per tutelare i sedici giovanissimi cestisti. Il rischio di contagio sarebbe molto basso, ma nelle ultime settimane la tutela è ai massimi livelli. A darne notizia è il Giornale di Brescia, che riporta il comunicato ufficiale diffuso dalla Federazione Italia Pallacanestro sulla sospensione delle partite.

Intanto i ragazzi saranno tutti sottoposti a test per evitare eventuali positività, ma i risultati degli accertamenti sarebbero già stati negativi per il primo gruppo.

Eppure nel Basso Sebino, al confine tra il Bresciano e il Bergamasco, il clima di tensione sul fronte sanitario resta alto. Dopo i cinque casi di sepsi (due dei quali mortali) riscontrati nei giorni scorsi, sono ore concitate per il focolaio di meningite che ha già causato due morti e che sta tenendo sotto scacco due intere province.

«Abbiamo superato le 20.000 vaccinazioni somministrate contro il Meningococco C – ha rassicurato ieri l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera – in pochi giorni sono state introdotte azioni di prevenzione senza precedenti, a tutela dei cittadini e della salute pubblica. In pochi giorni abbiamo aperto 14 ambulatori straordinari. Siamo arrivati nelle scuole, senza chiuderle, e arriveremo in 25 aziende».

Tanti gli enti, amministratori, dirigenti e imprenditori coinvolti per affrontare in modo adeguato una maxi operazione sanitari delicata e particolare». Nelle scorse ore il vaccino contro il meningococco è arrivato anche nelle scuole bresciane. Nella prima fase sono stati coinvolti cinque istituti, ma all’elenco potrebbero aggiungersene altri. L’annunciato piano della cintura di sicurezza vaccinale intorno al focolaio è dunque oggi pienamente attivo. I sindaci del territorio hanno però ribadito che la situazione non rappresenta un’emergenza sanitaria, cercando così di calmierare il clima di apprensione nella zona meridionale del Sebino. Lo stesso Gallera ha sottolineato che l’anomalia non sta tanto nel numero di casi – che rientra nelle statistiche fisiologiche lombarde (nel 2019 si sono registrati 35 casi di meningite, nel 2018 furono 34) – quanto piuttosto nella concentrazione dei cinque casi di sepsi nello stesso territorio.

il giornale.it

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