Pensioni, tasse e benzina: il piano “horror” del governo

Da Quota 100 all’Iva, dalle pensioni alla spending review passando per gli sconti fiscali: il tavolo del governo è occupato da una serie di dossier riguardanti misure economiche cruciali per il futuro dell’Italia.

In tutto, come sottolinea Il Sole 24 Ore, l’esecutivo giallorosso deve fare i conti con la parziale rimodulazione dell’Iva, la nuova fase relativa alla spending review, la ricollocazione dei risparmi da Quota 100 e il riordino delle tax expenditures. Incasso potenziale: circa 15 miliardi di euro.

Soltanto così il Conte bis potrà centrare quattro obiettivi di fondamentale importanza. Ovvero: proporre la riforma dell’Irpef e, al tempo stesso, rafforzare il taglio del cuneo fiscale; disinnescare le clausole fiscali relative al 2021 (valore stimato: 20 miliardi tra aumenti di Iva e accise sui carburanti); riformare le pensioni ed evitare il cosiddetto scalone figlio dell’abolizione, futura, di Quota 100; controllare i conti pubblici e ridurre il debito.

I rischi all’orizzonte

In altre parole, analizzando gli ingredienti della zuppa che bolle in pentola troviamo almeno tre sostanze a dir poco tossiche per i contribuenti italiani. Intanto è quasi certo l’addio di Quota 100 in campo previdenziale. Poi dovremo fare i conti con l’aumento dell’Iva su alcuni prodotti e sul possibile ritocco delle accise sulla benzina.

Al di là della difficoltà di raggiungere i traguardi citati a causa dei vincoli del bilancio pubblico, c’è da considerare l’enorme diversità delle posizioni all’interno della maggioranza su alcune questioni fondamentali.

Prendiamo, ad esempio, la parziale rimodulazione dell’Iva: il ministero dell’Economia aveva proposto un intervento capace di garantire 4-5 miliardi di euro consistente nello spostamento di “alcuni beni a più largo consumo dell’aliquota più alta a quelle agevolate” e “il percorso inverso per alcuni beni di lusso”. Pd favorevole; Italia Viva e Movimento 5 Stelle per il momento contrari.

Eppure le strade percorribili sono due: o si dà agio a una differente calibrazione dell’Iva oppure è necessario adottare nuovi balzelli fiscali con ricadute pesanti in termini di popolarità nei confronti del governo.

Gli altri dossier

Il riordino delle agevolazioni fiscali potrebbe portare in dote altri 4-5 miliardi. Si tratterebbe, in sostanza, di scremare le detrazioni Irpef e “comprimere” quei sussidi collegati “ad attività o azioni dannose per l’ambiente”.

Capitolo Quota 100. Una spesa minore da destinare a questa misura in vista del prossimo anno potrebbe portare in dote un tesoretto di 2,6 miliardi di euro. Soldi da usare per mettere in campo una riforma capace di ammorbidire l’uscita da Quota 100, prevista per l’inizio del 2022.

Infine la spending review. Nei giorni scorsi si è parlato della creazione di una apposita commissione ad hoc incaricata di individuare quei flussi di spesa aggredibili senza toccare Welfare, ricerca e istruzione.

il giornale.it

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