L’ultima deriva da centro sociale delle Sardine: lo show a Riace con l’ex sindaco Lucano

È vero che le abbiamo guardate a volte con sospetto e tante altre volte ne abbiamo segnalato gli eccellenti imbucati, ma le preferivamo sicuramente Sardine con il cerchietto (vedi il leader Mattia Santori, nel tondo) che Sardine con l’eskimo, non più pesci di mare profondo, ma piccoli orsetti da centro sociale, quelli che ieri, a Riace, hanno addirittura promesso: «Le piazze diventano sentieri, borghi e boschi silenziosi.

Tu che farai? Rimarrai seduto o ti metterai in cammino?». Le Sardine hanno infatti marciato e, per strada, hanno abbracciato la sinistra radicalissima di Potere Operaio, Radio Out, Cittadinanza e Integrazione, le sigle allucinogene dell’Italia antagonista. A Riace c’erano dunque gli stessi fumi ideologici che si respirano negli scantinati occupati, fumerie d’oppio dove l’immigrazione è sempre semplificata al grado zero, al banalissimo e generico slogan: «Accogliamoli tutti, questa è la festa della diversità».

Passati alla fase due, che promettevano essere della maturità, del radicamento («Batteremo i paesi dell’Italia dimenticata, piccoli paesi di montagna e di collina per riempire spazi rimasti vuoti»), le Sardine hanno deciso di presentarsi in questo piccolo paese complesso della Calabria che da tempo ogni parte strattona, chi per dimostrare che il suo modello di accoglienza sia da replicare e diffondere e chi invece, forte anche di quanto ha finora stabilito la magistratura, ritiene che sotto le insegne dei buoni propositi e della virtù si sia solamente nascosto il piccolo profitto delle cooperative e quindi matrimoni combinati in cambio di diritti, documenti rilasciati aggirando la legge, insomma, abuso di cittadinanza. Con l’intenzione di stringersi intorno a Mimmo Lucano, ex sindaco che in passato ha ricevuto perfino il divieto di dimora e che si crede studente (per carità, legittimamente) di maestri come «Bakunin, Proudhon, Peppino Impastato, i curdi del Pkk e i cristiani della Teologia della Liberazione», le Sardine si sono mescolate, fino a scomparire, ai vecchi agit-prop arcobaleno, adulti invecchiati male tuttavia convinti della necessità di «liquidare la proprietà privata dei mezzi di produzione». Lucano non poteva che sorridere di questa piccola truppa che «è uguale a me. Le Sardine sono umane contro i seminatori d’odio» ha dichiarato. A dirigere il coro, che ha intonato ovviamente Bella Ciao, è salita Jasmine Cristallo che ha già un grande avvenire dietro alle spalle. È ideatrice del movimento dei balconi, si dichiara militante di sinistra «ma senza tessera di partito», ha manifestato in passato con Usb, collettivi studenteschi Per queste sue competenze è stata promossa sardina portavoce e oggi se la contendono i talk dove le ha già dette grosse: «Mi batto anche per la figlia di Salvini». In verità si batte anche per il sabotaggio («Ho sempre sostenuto Erri De Luca e il verbo sabotare») ed è per tutti i no che fermano l’Italia: «Se è per questo sono anche No Triv, No Muos e contro le grandi opere inutili». Ma era questo lo spirito originario che aveva fatto emergere le Sardine? Siamo davvero preoccupati per loro e per loro nuove tappe. Dopo Riace c’è solo Ramallah.

il giornale.it

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