Furti, aggressioni e paura: Roma-Nettuno ostaggio dei rom

Furti e scippi ormai quotidiani sulla tratta ferroviaria Roma-Nettuno. Il consigliere regionale della Lega Daniele Giannini ha da poco presentato un’interrogazione presso la Regione Lazio riguardo questa importante tratta ferroviaria che dalla Capitale copre circa 60 chilometri fino a Nettuno.

La ferrovia è presa d’assalto ogni giorno da bande organizzate provenienti dal campo rom di Castel Romano, situato lungo la Strada Statale 148 Pontina. Un campo già noto alle cronache per i pesanti disagi subiti dai pendolari a causa di molte azioni compiute dai suoi residenti, come il lancio di sassi verso le auto da parte di residenti del campo Rom, o ripetuti incendi dolosi.

Quello dei borseggiatori provenienti da questo campo rom è l’ennesimo grave problema che contraddistingue la Roma–Nettuno, già caratterizzata da altri disagi quotidiani, a partire da ritardi e cancellazioni dei treni. La tratta ferroviaria copre diverse stazioni, partendo da Nettuno ed arrivando a Roma Termini e passando per Anzio, Lido di Lavinio, Padiglione, Campo di Carne, Aprilia, Pomezia. Aree che raccolgono migliaia di persone che ogni giorno si recano a Roma per lavoro e che si trovano costrette a vivere una vera e propria odissea.

La tratta, in virtù dell’esteso territorio su cui si estende e del numero di fermate, copre un bacino di utenza molto grande, fermandosi anche in Comuni che hanno tra i cinquanta ed i settantamila abitanti, come Nettuno, Aprilia, Pomezia ed arrivando a Roma Termini. Sono tra le quattrocento e le cinquecentomila le persone che risiedono in questa fascia territoriale e molte scelgono il treno per muoversi all’interno della provincia, sia per pendolarismo dovuto a motivi lavorativi, sia per spostarsi da una città all’altra, nella maggior parte dei casi per raggiungere la Capitale. Furti e aggressioni sul treno Roma-NettunoPubblica sul tuo sito

Gli utenti sono preoccupati e vogliono certezze sulla loro sicurezza. L’arrivo di bande organizzate che provengono dal campo rom di Castel Romano e che salgono sulle carrozze (nella maggior parte dei casi presso la stazione di Pomezia) rappresenta una vera e propria piaga su cui ora sono necessari degli interventi.

La situazione è diventata preoccupante e la recente interrogazione regionale è giunta a seguito di numerose segnalazioni di cittadini, tra cui soprattutto anziani ed adolescenti, che sono stati oggetto di intimidazioni e di furti. I pendolari, quindi, oltre a lamentare problemi divenuti ormai costanti di questa tratta ferroviaria, come la mancanza di carrozze necessarie a coprire l’elevato numero di persone ed i ripetuti ritardi o interruzioni di servizio, si trovano ora ad affrontare questo ulteriore grave disagio. Daniele Giannini puntualizza come spesso siano anche le donne ad essere derubate, mediante azioni ben organizzate e non sporadiche: “Le donne che sono sole vengono puntate e poi seguite, per essere derubate. Bisogna intervenire al più presto”.

Tra le richieste presentate, quella di dotare le carrozze di un sistema di videosorveglianza. Potrebbe essere un primo passo verso una maggiore sicurezza per tutti i cittadini che usano questa tratta ferroviaria. Nell’interrogazione presentata il 5 novembre, che ad oggi non ha avuto alcuna risposta da parte della Regione Lazio, viene richiesto anche che vengano attivati i presidi dei Commissariati dei Comuni facenti parte della tratta ferroviaria Roma–Nettuno. “Attendiamo fiduciosi altrimenti saremo costretti a fare altre iniziative anche più eclatanti sul posto – afferma il consigliere Giannini – per denunciare questa problematica che secondo noi è già andata oltre il limite di sopportazione del cittadino che vuole prendere il treno per recarsi al lavoro anche in un’altra Città, in questo caso la Capitale e vorrebbe arrivare senza essere disturbato o aggredito da questi giovanotti del campo di Castel Romano che non trovano meglio da fare che borseggiare o aggredire i pendolari di questo treno”.

il giornale.it

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