Ecco il trucchetto di Conte per salvare i “suoceri” dal Fisco

Ancora guai per Giuseppe Conte. Dopo l’inchiesta de Le Iene per la parcella per le prestazioni rese insieme al professor Guido Alpa – che poi prese parte alla commissione che lo esaminò e gli assegnò la cattedra di Diritto Privato all’Università di Caserta – ecco un’altra grana per il presidente del Consiglio.

ter” dell’autunno 2018, il premier fece un bel favore alla famiglia della sua compagna Olivia Paladino.

Già, perché per le aziende della famiglia Paladino, nei guai con il Fisco per circa 36 milioni di euro, la pace fiscale fu una vera e prorpia manna dal cielo. E l’allora decreto del governo gialloverde portava come primo firmatario proprio il nome e il cognome del sedicente avvocato del popolo, che volle fortissimamente quella misura. Grazie al provvedimento dell’esecutivo, insomma, i Paladino chiesero la rateizzazione – senza multe e interessi – per la bellezza di ventisette milioni di euro.

La rottamazione ter, di fatto, come scrive Bechis sulle colonne del quotidiano, diede un gran bell’aiuto a quel “piccolo gruppo di imprese che in quel momento erano senza liquidità schiacciate dalle cartelle degli esattori del fisco. Gruppo di imprese che appartiene a Cesare Paladino, alle figlie Cristiana e Olivia e al loro fratellastro Jhon Rolf Shadow Shawn, figlio di primo letto di Ewa Aulin, la bella attrice che sposò Cesare in seconde nozze. Olivia era ed è la compagna di vita del premier Conte, e papà Cesare pur non essendo i due sposati, è di fatto lo suocero”.

Ricordiamo inoltre come il nome di Cesare Paladino sia legato al Grand Hotel Plaza di Roma, di cui è gestore: l’imprenditore a giugno 2019 ha patteggiato davanti una pena a un anno e due mesi per l’accusa di peculato, per non aver versato la tassa di soggiorno per una cifra pari a due milioni di euro.

Le società dei Paladino erano in difficoltà per la crisi del mattone e con decine e decine di milioni di debiti tributari, e numerose cartelle esattoriali sulle spalle. In balia del buio, ecco la luce: la rottamazione ter, che li ha graziati. “Uno dopo l’altra – scrive Il Tempo – hanno fatto domanda la Archimede immobiliare, l’Agricola Monastero Santo Stefano Vecchio, l’Unione esercizi alberghi di lusso e l’Immobiliare di Roma Splendido, chiedendo la rateizzazione di poco meno di 27 milioni di euro di debiti tributari di varia natura, lasciandone fuori perché non potevano rientrarvi altri nove milioni di euro”. leggi la notizia su il giornale.

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