“Mi prestate i senatori?”. La guerra tra grillini fa tremare il governo

Il caos all’interno del governo giallorosso è ormai una costante, ma la serie di eventi che si sono accumulati nella giornata di ieri potrebbe segnare inevitabilmente la vita dell’esecutivo.

L’ennesimo scontro si è consumato nelle Camere, dove il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riferito sul Mes: oggi sarà presente al Consiglio europeo di Bruxelles con in tasca il via libera del Parlamento al fondo salva-Stati. Ma dietro si porterà anche i malumori grillini che nelle ultime ore hanno contagiato più parlamentari del previsto.

Dopo il tanto atteso via libera, è giunto il momento delle riflessioni e di fare il punto della situazione che appare piuttosto duro: in casa M5S va in scena il far west. Tanto che tre pentastellati hanno strizzato l’occhio alla Lega: si tratta di Francesco Urraro, Ugo Grassi e Stefano Lucidi. Il premier ha ironizzato sul fragile momento: “Avete un po’ di senatori da prestarmi?”. Da un lato lo si può leggere come un tentativo per sdrammatizzare, certo. Ma dall’altro potrebbe rappresentare una mano tesa agli avversari-alleati.

Il gruppo dei “responsabili”

Sì, perché la maggioranza scricchiola: l’assenza di 14 grillini alla Camera è un segnale di come sia fragile la pace momentanea. In tutto ciò potrebbe giovarne la Lega, il cui leader Matteo Salvini ha aperto le porte ai dissidenti 5S. Perciò in Senato sta nascendo un gruppo di “responsabili” guidato dall’ex forzista Paolo Romani. Come riportato da La Repubblica, l’operazione stampella avrebbe potuto prendere vita già ieri: se ci fosse stato bisogno, 10 azzurri avrebbero lasciato l’Aula per salvare l’esecutivo. Un autorevole dirigente forzista avrebbe fatto sapere che nella nuova “coalizione” vi sarebbero anche “fior di leghisti”. Il senatore azzurro Cangini ha spiegato: “In vista del voto sul Mes, il ministro D’Incà ha chiesto ai gruppi di opposizione di tenere basse le presenze in Aula, a causa delle difficoltà tra i grillini”.

Aria di crisi

I nervi sono testi e ora in molti hanno iniziato a guardare al Colle. Una posizione rilevante la ricopre indubbiamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Dice che non tollererà giochi di prestigio ma si atterrà al suo ruolo”, riporta il Corriere della Sera. Ma se dovesse cadere il Conte bis lo scenario potrebbe essere il solito, ormai familiare: “Prima di sciogliere le Camere farebbe comunque un altro tentativo, come prevede la Costituzione”. Alcuni 5S indecisi avrebbero addirittura chiesto consigli a Casini, che avrebbe rivelato: “Ragazzi, se restate di qua avete tre anni sicuri di legislatura. Se andate di là, chi lo sa… Uno promette e poi magari non mantiene”.

Matteo Renzi, in alcuni colloqui riservati, avrebbe confermato la propria volontà di proseguire l’esperienza di governo, ma ha avvertito chiaramente: “La crisi ci sarà”. E intanto oggi si prospetta un’altra giornata di bufera: questa mattina è in programma un dibattito in Aula sul tema del finanziamento della politica. Non è da escludere che il fondatore di Italia Viva nel suo discorso prenderà di mira la Casaleggio Associati. Giusto per alimentare ulteriormente il clima incandescente.

il giornale.it

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