Maxi sequestro di pellet tunisino: era spacciato per made in Italy

A scoprire il carico di pellet privo di indicazioni di provenienza e destinato ad una nota società di distribuzione romana, sono stati i funzionari dell’Agenzia delle Dogane di Palermo insieme ai finanzieri del Nucleo operativo metropolitano di Palermo, che hanno individuato due semirimorchi provenienti dalla Tunisia, carichi di sacchetti di pellet, sprovvisti di qualsivoglia indicazione circa la provenienza estera del prodotto.

L’attenzione dei funzionari della dogana e dei militari della guardia di finanza in servizio al porto di Palermo, si è focalizzata sulla verifica delle indicazioni impresse nelle confezioni del pellet e proprio da quest’ultimo approfondimento è emerso che, ad eccezione del marchio e della società distributrice del prodotto, i sacchetti destinati alla commercializzazione non riportavano il benché minimo riferimento a indicazioni precise ed evidenti circa l’origine e la provenienza estera della merce, ovvero di ogni altra indicazione idonea ad evitare qualsiasi fraintendimento del consumatore sull’effettiva origine del prodotto.

Inoltre, i militari hanno constatato che la dichiarazione doganale di importazione era priva di attestazione, resa da parte del titolare o licenziatario del marchio, che riportasse l’impegno a fornire le informazioni, a sua cura, in fase di commercializzazione del prodotto sulla effettiva origine estera dello stesso. Il controllo ha portato al sequestro amministrativo di 3.920 confezioni di pellet da 15 chili ognuno, pari 58.800 chili complessivi, e la contestazione della violazione amministrativa, per “fallace indicazione di origine”, punita con sanzione da 10.000 a 250.000 euro, a carico della società importatrice.

“Ancora una volta – spiegano dal Comando – la sinergia tra le due amministrazioni ha elevato la qualità dei controlli e, conseguentemente, garantito una maggior tutela del mercato di riferimento, a presidio della trasparente e lecita circolazione dei beni e delle merci nel territorio italiano, oltre che a salvaguardia dei diritti del consumatore finale, con riferimento alla tracciabilità dei prodotti acquistati e del Made in Italy”.

I container in arrivo nei porti siciliani sono tra quelli maggiormente sottoposti a controllo da parte dell’Agenzia delle Dogane a dai finanzieri. A Catania, poche settimane fa, un altro maxi sequestro di prodotti falsi. Nel mirino dei militari, un milione di prodotti provenienti dalla Cina, destinati ad un importatore cinese con base a Catania. L’uomo già denunciato in passato, ora è accusato di contrabbando, ricettazione, contraffazione, frodi contro le industrie nazionali, vendita di merce con segni mendaci. L’uomo è stato segnalato anche alla Camera di Commercio, per vendita di prodotti non in linea con le prescrizioni previste dalle norme relative alla sicurezza dei prodotti.

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