Il governo dà il via libera al prelievo con il trucco sulle imposte non pagate

«Ogni giorno sono costretto a prendere una posizione chiara. Se si scrive che da domani i conti correnti saranno pignorati e via discorrendo, sono tutte false notizie», avverte il premier Giuseppe Conte.

«Dobbiamo smetterla di alimentare il dibattito pubblico con queste mistificazioni – continua – Nella modalità di riscossione ci sarà una semplificazione che equiparerà il sistema delle riscossioni locali a quello nazionale, ma non mistifichiamo altrimenti i cittadini perderanno la fiducia». Eppure la miccia che ha innescato il polverone politico è scritta nero su bianco all’articolo 96 della legge di bilancio, all’esame del Senato, che prevede pignoramenti da parte dei Comuni in caso di mancati pagamenti di tributi locali come Imu, Tasi e altri. E il punto è proprio quello descritto da Conte: l’equiparazione delle riscossioni dei Comuni a quelle del Fisco. Gli enti locali non avranno più bisogno di richiedere l’emissione delle cartelle esattoriali per riscuotere un tributo non pagato. Basterà inviare l’accertamento al contribuente che entro 60 giorni dovrà saldare il debito pena il rischio di essere pignorato rapidamente e senza passare da un giudice. Per i comuni i tempi di riscossione si accorceranno notevolmente, da anni a nove mesi. Anche perché l’arco di tempo entro cui poter per presentare ricorso scende da 4 a 2 mesi. Così da gennaio 2020 se non si paga né si fa ricorso entro i termini, gli accertamenti diventeranno immediatamente esecutivi con le procedure esecutive di recupero. «Se entrano nel tuo conto corrente per pignorare, siamo allo Stato di polizia fiscale, all’Unione sovietica», attacca Matteo Salvini. Solo bugie secondo i grillini: «Salvini come al solito fa terrorismo da quattro soldi. Ai Comuni sarà consentito di utilizzare la stessa procedura già utilizzata dallo Stato, mentre garanzie e tutele per i contribuenti resteranno assolutamente invariate», spiegano i deputati M5s della commissione Bilancio. «Già oggi lo Stato può rivalersi su chi non si mette in regola. La norma strumentalizzata da Salvini – dicono i pentastellati – consente di fare lo stesso anche ai sindaci, semplificando il quadro, ma senza nessun aggravio per i cittadini. Prevediamo inoltre che le multe siano escluse». Non ci saranno le multe, dunque, alla base dei futuri pignoramenti. Ma tutti gli altri tributi sì. Quelle di Matteo Salvini sono «fake news, noi abbiamo semplificato la procedura e soprattutto non sarà minata la tutela del contribuente», assicura anche il viceministro all’Economia Laura Castelli. «È tutto surreale. Si avviano dibattiti nel Paese su cose che non esistono» per Davide Faraone, Italia Viva. Ma per il Codacons non sono bufale, anzi: «I Comuni beneficerebbero, al pari dell’Agenzia delle Entrate, di uno strumento in grado di bloccare direttamente i conti correnti dei contribuenti morosi, prescindendo dalle ragioni della morosità – fa notare il presidente Marco Donzelli – Certo tra i morosi ci sono anche coloro che non pagano volontariamente, ma molti sono i cittadini in difficoltà, che è compito dello Stato aiutare».

Forza Italia attacca il governo delle «tasse e dei pignoramenti»: «È stupefacente che il premier sostenga di non saperne nulla – accusa Anna Maria Bernini -. La beffa atroce, poi, è che lo Stato deve ancora pagare ai Comuni miliardi di Imu arretrata sugli immobili di sua proprietà». Sono oltre 19 i miliardi di euro non riscossi da enti locali. Che ora punteranno ad avere i loro crediti.

il giornale.it

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