Bollo auto, la prescrizione è sempre più vicina: le regole. Dietro l’angolo una tassa peggiore

Si attende Capodanno non solo per i fuochi d’artificio. Ma anche per liberarsi dei debiti da bollo auto. Il 31 dicembre 2019 è la data e termine ultimo per la riscossione da parte delle Regioni del mancato pagamento del 2016. Scadenza sempre più vicina, quindi, per pretendere la restituzione di quanto dovuto, pena l’illegittimità del provvedimento. La legge prevede infatti che il bollo auto si prescriva in tre anni a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo al pagamento.

Bollo auto, fa fede la spedizione della raccomandata

Le Regioni potranno perciò contestare la mancata riscossione, e richiedere il pagamento degli arretrati dovuti, trasmettendo una notifica all’automobilista entro e non oltre il prossimo 31 dicembre. Ma attenzione: a fare fede non sarà la data di ricevimento della notifica, ma quella di spedizione della raccomandata. Ogni notifica spedita oltre il termine del 31 dicembre sarà però considerata prescritta e conseguentemente illegittima qualunque azione delle Regioni volta al recupero del pagamento.

Il pericolo di una tassa peggiore

Al posto dell’attuale bollo auto arriva una tassa peggiore. Nel nome dell’ambiente e dell’ecologia. La nuova tassa automobilistica sarà più costosa per chi inquina di più perché fa più chilometri. Facile intuire che a pagare di più sarà chi non può usare i mezzi pubblici per andare al lavoro perché il bus e il treno non coprono la tratta o perché non garantiscono la puntualità necessaria ogni giorno. Quindi deve utilizzare la propria macchina. Ma anche chi ogni giorno deve portare i figli a scuola, chi muove la macchina spesso per fare delle commissioni per la famiglia, ecc.

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