Forza Italia, è l’ora della Pascale: «Sì al dialogo con la sinistra per i diritti dei gay»

Incontrarsi e non dirsi addio. Almeno per il momento, poi si vedrà. Può riassumersi così l’incontro tra Silvio Berlusconi e Mara Carfagna, l’esponente azzurro più indiziato di propositi scissionistici. Momentaneamente archiviati, a quel che è trapelato. I due, anzi i tre – c’era anche Francesca Pascale – si sono visti ad Arcore, precisamente a villa Maria, la residenza della compagna del Cavaliere. Dettaglio importante, poiché lascia intendere che sia stata proprio la Pascale la regista dell’incontro. Riuscito a metà, stando ai rumors. Benissimo sotto il profilo umano. Meno bene sotto quello politico, con le distanze tra i due che restano invariate. La Carfagna è infatti sempre più decisa ad opporsi alla «salvinizzazione» di Forza Italia, gradita invece alla parte settentrionale del movimento. In mezzo Berlusconi, sempre meno convinto di un rilancio della sua creatura e sempre più propenso a ritenere inevitabile l’egemonia leghista sul centrodestra.

La Pascale intervistata dal Messaggero

«È momento complicato», sentenzia proprio la Pascale in un’intervista al Messaggero. E il suo interventismo ne è la conferma. Da tempo, infatti, la compagna dell’ex-premier ha intensificato la presenza sui social non perdendo occasione di far trapelare la propria antipatia per Salvini. L’altro tasto battuto è quello dei diritti civili. Un altro modo per marcare la distanza tra Forza Italia, Lega e FdI. «Sa cosa mi ha fatto innamorare tra le tante cose di Berlusconi – si legge ancora nell’intervista -? Il suo amore per la libertà e il rispetto degli altri. In 15 anni non mi ha mai imposto stili di vita. Per me l’amore è rappresentato da quella persona, sia esso uomo e donna». Per questo, aggiunge, «Berlusconi rimane l’unica speranza». Un ragionamento in cui non c’è spazio per successori o delfini: «FI è un partito costruito su Berlusconi. Non può esistere un successore, seppur valido. Chiunque pagherebbe il paragone con lui e inevitabilmente perderebbe la sfida». E quelli che non l’hanno capito sono i «traditori» e gli «ingrati»: «hanno lasciato il presidente», ma «non hanno avuto grande fortuna. Tutti».

«Gli omosessuali? anche nel centrodestra»

Proprio nei diritti la Pascale individua il terreno d’incontro per un dialogo tra sponde politiche opposte. «La sinistra è brava a scendere in piazza – incalza -, ma è stato il centrodestra a mettere nero su bianco alcune leggi con le ministre Prestigiacomo e Carfagna. Perché entrambe le parti non dialogano per la libertà di tutti?». E ancora: «Sa quanti politici gay ci sono nei partiti? Tantissimi. Ma non escono allo scoperto. Dovrebbero farlo, o almeno combattere le discriminazioni. Ce ne sono anche nel centrodestra». Parole che sembrano dare corpo ai boatos di queste ore circa il progetto Forza Italia Viva, la convergenza tra Renzi e i moderati di FI, che vedrebbe in primo piano proprio la Carfagna. Prima ancora, però, ci sarebbe la fase di una separazione consensuale con la formazione di gruppi autonomi alla Camera e al Senato. Con un regista d0eccezione: Gianni Letta.

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