Gli hotel e i ristoranti di Conte: spesi 125mila euro in un mese (con lo staff)

Il conto di Conte è salato. Il premier nel solo mese di settembre ci è costato 125mila euro.

Il presidente del Consiglio in 30 giorni è stato impegnato in 5 missioni in Italia e in due all’estero. E come sottolinea l’Adnkronos, le spese ammontano a 87mila euro per pasti e hotel. In totale col premier hanno lavorato circa 119 persone di staff tutte appartenenti al personale di palazzo Chigi. Nel dettaglio la nota spese di Conte ammonta a 125.484,27 euro. Circa due mesi fa Conte ha affrontato 5 trasferte sul territorio nazionale e due all’estero. Nel caso delle missioni indoor, il presidente del Consiglio ha di fatto portato in viaggio come delegazione ufficiale circa 60 persone. All’estero invece il personale a seguito è stato composto da 59 persone.

Le spese per hotel, ristoranti e viaggi

E così calcolatrice alla mano sono state circa 119 le persone dello staff di palazzo Chigi che hanno accompagnato il presidente del Consiglio nelle sue missioni. Ma scavando tra le note spese di palazzo Chigi saltano all’occhio pernottamenti e pasti per un totale di 87.712,86 euro. Di questa cifra circa 2000 euro sono serviti per le missioni interne e 85mila euro per quelle all’estero. Poi ci sono anche i 30mila euro per i trasferimenti delle delegazioni del presidente stimando in questo caso il consumo del carburante per le auto e il costo dei biglietti per i treni e i voli. Il conto però non finisce qui. Infatti queste somme vanno aggiunte anche 7mila 901 euro della ‘voce’ ‘costo complessivo per indennità di missione nei casi previsti dalla legge’. L’ultimo viaggio è stato quello di ieri a Taranto. Il presidente del Consiglio ha deciso di recarsi nella città dell’Ilva per incontrare i dipendenti e anche i cittadini che devono fare i conti con l’emergenza scoppiata dopo l’annuncio dell’abbandono degli stabilimenti da parte di Arcelor Mittal. In questo suo ultimo viaggio il premier ha però dovuto fare i conti con le contestazioni di chi chiede risposte da un governo che finora ha avuto le idee confuse.


L’ultimo viaggio a Taranto

Non sono infatti mancati momenti di tensione. Conte è stato “affrontato” dai lavoratori ma anche dai tanti tarantini che chiedono la chiusura degli stabilimenti per l’impatto ambientale che la città avrebbe subito in tutti questi anni. Finora risposte dall’esecutivo giallorosso non ne sono arrivate. E molto probabilmente non ne arriveranno in tempi brevi. Il caso Ilva è l’ultimo banco di prova per un premier che giorno dopo giorno perde la fiducia degli italiani e che rischia di perdere la poltrona (anche sotto i colpi degli alleati).

il giornale.it

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