Libreria antifascista bruciata dai pusher a Roma, ma per certi compagni è stato un attacco fascista…

La libreria La pecora elettrica a Centocelle brucia per la seconda volta. Un rogo doloso. Il primo c’era stato lo scorso 25 aprile. Pista politica o pista criminale? Gli investigatori non escludono nulla, anche perché la libreria in questione è dichiaratamente antifascista. Ma, come scrive il Corriere, per residenti e commercianti della zona non vi sono dubbi: a sabotare gli esercizi aperti fino a tardi sono stati gli spacciatori. Nella stessa via infatti è stata devastata da un incendio anche una pizzeria.

“A via delle Palme – scrive Roma Today – proprio in prossimità della Pecora Elettrica, c’è un parchetto, Parco Don Cadmo Biavati che tutti indicano come luogo di spaccio. Altri addirittura come luogo in cui la droga, in particolare l’eroina, viene consumata. Da qui, questa la tesi di tanti nel quartiere e che sta diventando anche ipotesi investigativa, il disturbo agli affari illeciti da parte di chi, come la Pecora Elettrica o come la pizzeria Cento155, tenendo aperti i locali, porta gente, cultura e movimento”.

Libreria bruciata, la pista politica non c’entra
Anche chi nella libreria ci lavora non crede alla pista politica. Insomma, i fascisti non c’entrano. Ma c’è chi vuole farceli entrare per forza. Prendiamo Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, che commenta così: “Intellettuali e politici di rango, anche della sinistra, vogliono giustamente rilevare le differenze tra il fascismo e la destra più estrema che oggi ha ripreso forza. Io invece vedo anche certe analogie. A Roma dopo l’incendio, procurato il 25 aprile, ancora una volta si appicca il fuoco alla libreria Pecora Elettrica. Ora, come allora i fascisti, la destra estrema e la criminalità bruciano i libri e attaccano gli spazi culturali e democratici. Certo la storia non si ripete mai, ma fa le rime”.

Anche Concita De Gregorio, su Repubblica, non rinuncia a strumentalizzare: perché – scrive – i populisti di destra non vanno a Centocelle a difendere quella libreria? Perché non si muovono in difesa di una libreria italiana presa di mira dalla criminalità quelli di CasaPound? Di violenza fascista aveva parlato subito Cecilia Strada. Si era accodato al volo Matteo Orfini: “Estrema destra e criminalità organizzata spesso a Roma hanno camminato a braccetto attaccando spazi di cultura e libertà”. Per finire con l’immancabile Cirinnà: “In una Roma allo sbando, persone meschine, vili e codarde temono il coraggio di chi crede che la cultura sia l’unico antidoto a tutti i fascismi”. La cultura, dice lei, è l’antidoto a tutti i fascismi? E a tutte le scemenze, verrebbe da aggiungere.

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