No al burqa nei luoghi pubblici: la Corte d’Appello di Milano dà ragione alla Regione Lombardia

Giusto vietare il burqa in pubblico. La Corte d’Appello di Milano ha giudicato valida la delibera di giunta con cui nel 2015 la Regione Lombardia, per motivi di sicurezza, vietava l’ingresso nei luoghi pubblici alle donne che indossano il velo integrale

A rivolgersi ai giudici per contestare la legittimità del provvedimento erano state una serie di organizzazioni che si battono per i diritti dei migranti, tra cui l’Associazione degli studi Giuridici sull’Immigrazione, gli Avvocati per Niente Onlus, l’Associazione Volontaria di Assistenza sociosanitaria e per i diritti dei Cittadini stranieri, Rom e sinti e la Fondazione Guido Piccini per i Diritti dell’Uomo Onlus.

I magistrati però hanno rigettato il ricorso, confermato la sentenza con cui nel 2017 il tribunale del capoluogo lombardo aveva stabilito la “ragionevolezza” della delibera “alla luce della esigenza di identificare coloro che accedono nelle strutture indicate, poiché si tratta di luoghi pubblici, con elevato numero di persone”.

“Consentire la possibilità di identificare i predetti fruitori dei servizi” appare dunque “giustificato” alle toghe. “La Corte, nel nuovo procedimento, ha bocciato lo strenuo tentativo proposto dai ricorrenti, cioè quello di consentire l’identificazione mediante rimozione temporanea del burqa”, esulta l’assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato di Fratelli d’Italia.

“È strano – aggiunge – che associazioni per i diritti degli indifesi si battano per il riconoscimento del burqa, pratica discriminatoria verso le donne, considerate di proprietà esclusiva dai loro compagni musulmani al punto che nessun altro le può guardare”. “La Corte – conclude De Corato – condivide integralmente la motivazione del giudice di primo grado” e non lascia spazio ad altre interpretazioni. Ma, a parere dell’assessore, le associazioni sarebbero intenzionate a portare il caso in Cassazione.

il giornale.it

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