Governo già in bilico, i grillini mollano Conte: “Misure devastanti”

L’avvertimento arriva da uno che la sa lunga. «Un avvertimento al giorno toglie il governo di torno», scrive su Twitter Dario Franceschini.

Il capodelegazione dem vede il premier Conte dibattersi in debito di ossigeno nella forbice Renzi-Di Maio. Con il leader di Italia viva deciso a posizionare il suo nuovo partito contestando le misure più illiberali o assistenzialiste della manovra, e che annuncia un emendamento alla Finanziaria per abolire la famigerata Quota 100, e contesta la nuova raffica di «balzelli». E soprattutto con Luigi Di Maio, sempre più contestato all’interno di un partito sull’orlo dell’implosione, che cerca di indebolire il presidente del Consiglio per non esserne soppiantato definitivamente. Così il ministro degli Esteri convoca pomposamente i ministri 5 stelle in quel di Palazzo Chigi (non è chiaro a che titolo, avendo lui l’ufficio alla Farnesina) e fa uscire una sequela di ultimatum e minacciosi avvertimenti rivolti a Conte, con linguaggio da risoluzione strategica Br: «Abbiamo l’obbligo morale di comunicare la nostra posizione, per evitare fraintendimenti». Scrive di parlare «dall’alto del nostro consenso popolare» (che in verità si è concretizzato per ora in una serie di batoste nelle urne, ma Gigino è ottimista) e avverte: «Siamo l’ago della bilancia in Parlamento: senza il voto del M5s non si va da nessuna parte». Poi mette in fila le lamentazioni: non gli piace il tetto per l’uso del contante e neppure la multa pro-Pos: «Misure devastanti». Ma vuole anche manette a gogò per i sospetti evasori. Un guazzabuglio contraddittorio che mette però in fibrillazione l’esecutivo. Anche perché la richiesta di un vertice di maggioranza, avanzata dai grillini nel più classico stile Prima Repubblica, viene subito accolta dai renziani: «Siamo pronti, aspettiamo la convocazione», dice Ettore Rosato. Mentre Maria Elena Boschi flauta: «Strano a dirsi, ma sulle tasse che sono troppe siamo in sintonia con Di Maio».

Il premier è in allarme: la pasticciata manovra deve ancora superare il vaglio Ue, e già si prepara un Vietnam parlamentare. Lui cerca di blindarsi, spalleggiato da un Pd che auspica una futura saldatura con un M5s a guida contiana: «Quota 100 è un pilastro» e non si tocca. Quanto alle richieste grilline, le misure del governo «non svantaggeranno nessuno», rassicura.

M5s però è nel caos: i candidati capigruppo sponsorizzati da Gigino (incluso l’indimenticabile Toninelli) sono stati affondati a voto segreto. Alla Camera le correnti in guerra non riescono ad eleggere nessuno. Le commissioni economiche in Parlamento sono ancora in mano alla Lega, che non vede l’ora di far inciampare il governo. Per Di Maio, la guerriglia contro Conte è questione di sopravvivenza politica, e pur di rimanere capo del partito non esclude neppure di far saltare tutto. Ben diversa la situazione di Renzi: «La storia che potrei staccare la spina al governo è una panzana», assicura. Messa in giro, dicono i suoi, dallo stesso Conte (che «soffre molto la concorrenza di un ex premier politicamente assai più abile, e che occupa quel centro che lui sperava di intestarsi») e da un Pd che vede Italia viva come una spina nel fianco. Ai suoi parlamentari, riuniti mercoledì, Renzi ha detto con chiarezza: «Questo governo deve andare avanti fino al 2023». Ma su Conte le opinioni in Iv non sono entusiastiche: «Si fa consigliare politicamente da D’Alema. Figuriamoci».

il giornale.it

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