Conte e Pd verso l’ultimatum: “Se M5S insiste, si va al voto”

A nemmeno tre mesi di vita, il Conte bis è già al bivio. La manovra spacca la maggioranza e, giorno dopo giorno, si delineano due assi.

Da una parte ci sono i 5 Stelle e Matteo Renzi – entrambi interessati a tenere o prendere le redini del comando e a risalire nei sondaggi – dall’altro un sempre più chiaro avvicinamento tra Giuseppe Conte e il Partito democratico.

Come racconta oggi il Corriere, il premier e il segretario dem, Nicola Zingaretti, da tempo portano avanti una serie di colloqui riservati per giocare d’anticipo e studiare la strategia in caso di tentato ribaltone. Di Matteo Renzi non si fidano e sanno che Luigi Di Maio (che il “socio di maggioranza” all’interno dei giallorossi) ha tutto l’interesse a non far erodere consensi dagli alleati di governo. Le voci di un disegno che porterebbero a un cambio al vertice dell’esecutivo per mano dell’ex premier si rincorrono ormai da giorni.

Ma Conte non ci sta ed è per questo che starebbe coltivando i rapporti con il Partito democratico. Sul tavolo ci sarebbe già una controffensiva, un “piano B” da mettere in atto prima che il progetto di Renzi si concretizzi: far dimettere il premier e sfilare la delegazione Pd per tornare immediatamente alle urne prima che si formalizzi il taglio dei parlamentari e soprattutto prima di cambiare la legge elettorale.

Sempre che il governo non collassi prima, visto l’assalto al premier portato avanti ieri proprio da Di Maio e Renzi sulla manovra

il giornale.it

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