Rispunta la tassa sui cellulari Da 6 ai 10 euro per ogni scheda

La tassa sui cellulari resta sul tavolo del governo in vista della manovra.

Le riunioni e i vertici delle ultime ore non sono serviti a sciogliere i nodi sulle coperture per la legge di Bilancio. Con il vertice di ieri notte le distanze tra M5s, Pd e Italia Viva si sono cementificate. La tensione ormai è alle stelle e dopo gli scontri su Quota 100 e cuneo fiscale torna la “rissa” sull’imposta per le sim degli smartphone. Al Mef la questione cellulari, come ricorda il Messaggero, è ancora al centro dei conti e delle analisi dei tecnici del Tesoro. I cinque Stelle si sono opposti con il vicemninistro Castelli, ma di fatto Gualtieri non ha ancora tolto dall’agenda la stangata sui telefonini. Si tratta di un aggravio di circa 6-10 euro per ogni dipendente. L’imposta riguarderà gli abbonamenti businees e aziendali. Nel corso del vertice di ieri la proposta sarebbe stata nuovamente respinta ma dalle parti del Tesoro per il momento la questione resta sul campo. Ma sul fronte fiscale le mosse in questo momento sono congelati fino al Cdm che si terrà oggi.

Il Consiglio dei ministri infatti dovrà definire l’ossatura della manovra cercando di offrire una soluzione alle coperture. Il problema più grosso che deve affrontare l’esecutivo è quello della lotta all’evasione. All’appello mancano ancora tre miliardi che difficilmente verranno recuperati attraverso la stretta sui controlli o la lotta al contante. Da qui l’idea tutta renziana di bloccare da subito quota 100. Una mossa che potrebbe mettere a rischio i programmi previdenziali di migliaia di italiani che attendono le finestre predisposte dalla riforma fortemente voluta da Salvini per lasciare il lavoro. Il ministro del Lavoro Catalfo ha già fatto sapere che quota 100 non si tocca. Ma è probaile che ci possa essere un intervento in questo senso con un cambiamento delle tempistiche delle finestre che potrebbe portare ad un risparmio di circa 600 milioni di euro. Oggi il Cdm avrà il sapore del redde rationem, una resa dei conti dentro la maggioranza che dovrà chiarire tutti i punti in sospeso. La sensazione però è che questa manovra potrebbe avere il sapore di una stangata. Tutto il centrodestra è mobilitato in questo senso con una grande manifestazione di piazza per dire “no” ad una legge di Bilancio che è stata definita da Berlusconi “tassa e ammanetta”.

il giornale.it

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